Papa Benedetto XVI nel ricordo di Emanuele Roncaccia
Questa mattina al mio risveglio trovo la notizia della morte di Papa Benedetto e i ricordi iniziano ad affiorare nella mia memoria.
Ho lavorato per 27 anni come custode nella basilica di San Pietro ed ho avuto l’opportunità di lavorare sotto tre pontificati.
Ricordo chiaramente che nell’aprile 2005 seppi della sua elezione mentre ero in Egitto. I giorni precedenti furono pieni di tristi emozioni per la morte di Giovanni Paolo II e furono per noi giorni di intenso lavoro. Andai in vacanza con la famiglia in un resort e quando qualcuno mi diede la notizia della sua elezione ero felicissimo!!
Da Cardinale lo vedevo spesso, quando c’erano cerimonie con il Santo Padre, nella Cappella della Pietà adibita a sagrestia: lui era il più anziano tra i cardinali e rimaneva sempre composto, raccolto e in silenzio durante gli ultimi ferventi preparativi prima dell’arrivo del Papa. Questo atteggiamento “umile”, nonostante il suo forte ruolo, mi stupiva sempre.
Un giorno ero di servizio sul terrazzo della Basilica dove scendono i turisti dalla visita della Cupola e vedo il Cardinal Ratzinger con degli ospiti (una giovane coppia). In divisa mi avvicino ma rimango a distanza e quando incrocio il suo sguardo chino il capo in segno di saluto e lui mi fa ciao con la mano sorridendo. Mi avvicino di più per salutarlo e per dargli alcune indicazioni su come accedere e visitare la cupola. Di li a breve mi chiede come mi chiamo e gli dico: ”Emanuele”, lui mi dice “Dio con noi! Che bel nome” tutto di un fiato e con un sorriso finale. Ricordo la sensazione che sentii in quel momento: un misto di sapienza, saggezza e dolcezza allo stesso tempo. Indimenticabile, per me!
Viene poi eletto Papa con il nome di Benedetto XVI e in molte occasioni lo ho incontrato nuovamente in cerimonie ufficiali.
Nel 2007 Papa Benedetto XVI fece una visita ufficiale storica negli ambienti della Fabbrica di San Pietro ed essere stato presente mi inorgoglisce.
Altrettanto indimenticabile però è stato quando, in occasione della Domenica delle Palme (credo Pasqua 2006), mi trovo di turno la mattina e mi viene chiesto di accompagnarlo in un ascensore che porta dal livello della Basilica al livello della Piazza, dove sarebbe poi salito sulla Papa Mobile per raggiungere il Sagrato ed iniziare la cerimonia. Arrivato in automobile, entra nella Cappella della Pietà per indossare i paramenti e dopo pochi minuti esce con il Maestro delle Cerimonie e il suo Segretario. Immediatamente entro nell’ascensore e con un tasto sempre premuto mantengo le porte aperte: entrano solo il Santo Padre e il segretario. Il Papa non mi saluta subito ma attende. Finalmente posso far chiudere le porte e iniziare la breve discesa e, solo in quel momento incrocio il suo sguardo e mi dice “Buona Domenica delle Palme Emanuele!” …e io sorpreso gli rispondo “Grazie, altrettanto a lei Santo Padre!”
“Come sta la tua famiglia? È pronta per la Pasqua?” mi dice a seguire
“Abbastanza bene, grazie, facciamo del nostro meglio” rispondo.
Arriviamo al piano,saluto anche il suo segretario Mons. Georg Gänswein ed entrambi escono dal l’ascensore per salire sulla Papa Mobile per la piazza. Dentro di me dico “Wow si è ricordato il mio nome da quel giorno in terrazza” poi rifletto: “Incredibile! Non mi ha salutato subito perché la mia posizione incomoda con il dito sul bottone dell’ascensore non mi avrebbe permesso di dargli la mano ma ha atteso per non crearmi incomodità!”.
Che grande persona!!
Molti altri episodi mi tornano alla memoria e , però non posso non raccontarvi quando dopo pochi mesi dalla sua elezione dopo il periodo estivo passato a Castel Gandolfo, presiedette una rapida cerimonia di inaugurazione di una statua nuova nel muro perimetrale della Basilica. Io ed un collega eravamo posizionati ai piedi di questa statua pronti per ammainare, quando sarebbe stato il momento opportuno, il telo che la copriva, e, quando il Papa Benedetto è arrivato, ci siamo trovati praticamente di fronte a lui.
Mi impressionò tantissimo vedere il suo volto serio e i suoi occhi ben aperti senza batter ciglia: mi era sembrato stressato e pensai al suo cambio di vita forte avuto negli ultimi mesi e forse il peso della sua missione era già grandissimo per i suoi 78 anni.
Molte volte in questi anni ho sentito commenti tipo “Questo Papa a me non piace” oppure “Non lo sento vicino” e lo ho sempre difeso dicendo che chiunque dopo un grande Papa come Giovanni Paolo II avrebbe faticato per avere il consenso delle persone, sicuramente il suo accento tedesco non lo aiutava ad essere mediatico come il suo predecessore, ma non c’è nessun dubbio per me sulla sua preparazione spirituale e teologica e soprattutto sulla sua umiltà personale.
Grato al Signore per averci dato questo Papa e, personalmente grato per l’opportunità di averlo conosciuto.
Riposi in pace Santo Padre.
Emanuele Roncaccia