La scuola e il merito
Dopo che è stato eliminato l’aggettivo “pubblica”, ora il nuovo governo ha deciso di aggiungere al nome Ministero dell’Istruzione il “merito”.
L’articolo 34 della Costituzione dice: “…..i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi…”
Il “merito” dunque presuppone una forte forma di inclusione sociale, a partire dalla scuola dell’obbligo e dalle condizioni sociali di partenza.
La scuola ha l’obbligo di aiutare ogni bambino o bambina a sviluppare le proprie capacità nell’idea che tutte le capacità sono utili alla società, non solo la matematica, le lingue o la storia, ma anche la capacità di relazione, di accoglienza degli altri, la sensibilità, la fantasia. …
La scuola deve aiutare a crescere e diventare cittadini responsabili.
Come è possibile allora determinare il “merito” attraverso i risultati scolastici ?
Ad esempio: è diverso avere una famiglia che si prende cura di me e mi permette di frequentare ambienti sani e costruttivi o avere genitori che non hanno queste possibilità.
Quale bambino vivendo queste due situazioni opposte, avrà più merito a scuola ?
Probabilmente il primo.
E quei bambini che magari vengono da altri Paesi e hanno difficoltà a inserirsi, o quelli che sono più timidi, quelli che non hanno nessuno che li aiuta nello studio e nei campiti a casa ?
La scuola più bella è la scuola per tutti, perché in ogni persona c’è un tesoro utile a tutti.
“Chi ha tanti libri a casa sarà sempre più avanti di chi i libri non li ha mai visti” (don Lorenzo Milani).
Giusto premiare i capaci, ma anche aiutare chi non ce la fa.