Luglio 1991, accadde a Novate Milanese
Esattamente trent’anni fa, Novate accolse quattro nuovi residenti. Erano quattro giovani albanesi, giunti in Italia nel mese di marzo e destinati al nostro Comune dal Ministero nell’ambito del vasto piano di assegnazione delle migliaia di profughi a tutte le città del nostro Paese. I quattro albanesi furono provvisoriamente alloggiati presso la palestra della scuola elementare in via Manzoni (poi abbattuta), in attesa di trovare lavoro e di potersi permettere una sistemazione meno precaria. Provenivano dalla zona di Scutari.
Lazer di 27anni, sposato con un figlio di tre mesi e Zef di 22anni erano cugini. Arben di 21anni era militare ed aveva disertato. Maksim di 31anni aveva lasciato in Albania moglie e due figlie di tre e cinque anni. La motivazione principale che li aveva spinti a lasciare il loro Paese e le loro famiglie era stata la drammatica situazione economica dell’Albania. L’obiettivo e le speranze erano quindi tutte rivolte alla ricerca di un lavoro. “Ogni tipo di lavoro. Siamo pronti a fare di tutto”, dissero.
Per loro si erano attivate l’Amministrazione Comunale e alcune associazioni come le ACLI, la SOS, LA CARITAS.
“Abbiamo trovato delle persone straordinarie, ma non possiamo continuare ad essere di peso ai nostri amici italiani: noi dobbiamo ringraziarli e per farlo dobbiamo trovare un lavoro per far capire che non siamo venuti in Italia per riposare o per dare fastidio, ma per darci da fare, lavorare duramente e diventare buoni cittadini”.
Questo dissero e questo mantennero.Ora a Novate la comunità albanese, dopo quella italiana, è la più numerosa con oltre 250 residenti, ma non pochi hanno già preso la nostra cittadinanza