Un ramo d’ulivo tra le mani di tutti – riflessioni metropolitane sulla Domenica delle Palme
C’è qualcosa nella Domenica delle Palme che riesce a toccare il cuore anche di chi non frequenta abitualmente la chiesa. È un giorno che ha il sapore delle tradizioni dell’infanzia, dei ricordi condivisi, del desiderio di pace e di comunità. È un giorno in cui ci si ritrova, spesso senza sapere bene perché, con un rametto d’ulivo in mano e una voglia profonda di bellezza e significato nel cuore.
Nel nostro quartiere, la processione ha attraversato le vie della città, tra palazzi e piazze, con il campanile di san Lino appena visibile sullo sfondo. Ma era il cuore della gente ad essere ben visibile, e pieno.
Coi vicini di banco dall’alto della Cantoria, abbiamo osservato piacevolmente la Chiesa riempirsi e ci siamo domandati il perché di tutta questa gente in Chiesa soprattutto la Domenica delle Palme e la amica vicino a noi ci ha dato una prima risposta:
“Guarda che coincidenza… oggi in chiesa ho visto anche persone che non solo non frequentano, ma non fanno fare religione ai figli e si dichiarano atee… A mio avviso c’entra anche una certa nostalgia per un’infanzia più cattolica, che ci accomuna tutti. La Domenica delle Palme, per chi ha più di 45 anni, era una vera giornata di festa, quando tutti facevano la Prima Comunione, tutti andavano a catechismo…”
E forse ha ragione. Il richiamo alla pace — così forte e universale nel gesto dell’ulivo — parla davvero a tutti, al di là delle appartenenze. È un simbolo che non ha confini, e se a questo si aggiunge la parola forte del Vangelo e l’invito al perdono, come ci ha ricordato il nostro parroco Don Pierluigi oggi, allora il cuore si apre. Anche solo per un momento.
Un altro amico professore ci ha detto:
“A Pasqua e a Natale le persone sono prese dalla frenesia delle feste, ma la Domenica delle Palme è diversa. Si viene anche solo per prendere l’ulivo. È un rito bellissimo. E il Vangelo è il più bello in assoluto, la sua lettura è uno ‘spettacolo teatrale’ inimitabile.”
Sì, oggi è andata in scena la più bella delle rappresentazioni: quella della comunità che si ritrova, anche solo per un’ora, anche solo per un ramo d’ulivo.
E c’è poi chi, pur non seguendo un cammino di fede tradizionale, sente che giornate come questa aprono uno spazio di ascolto profondo, di connessione interiore e si è messa per prima (come sempre!) a disposizione, per l’organizzazione e distribuzione in Piazza dei ramoscelli d’ulivo:
“Per me è un richiamo a una dimensione che va oltre le definizioni, un’essenza che si ritrova in esperienze diverse: una predica in chiesa, una stanza silenziosa di preghiera, l’incontro con una figura illuminata. La figura di Gesù parla anche a chi cerca una via interiore, come parlano San Francesco o i grandi maestri spirituali. In fondo, siamo tutti cellule dello stesso organismo, in cammino verso qualcosa di più sottile, eterno.
Il senso di spiritualità è universale.
E poi, veramente, il bel gesto che fa comunità serve tanto a questo quartiere.
È stata una bella iniziativa, con molte emozioni.
Sono cose che vanno vissute.””
Noi de ilcentuplo raccogliamo queste voci come si raccolgono i rami d’ulivo: con delicatezza, gratitudine e rispetto.
Perché sono segni di speranza. E ci ricordano che, anche nelle pieghe più quotidiane della vita, ci sono occasioni per riscoprire ciò che ci unisce.
Pace, bellezza, perdono.
A volte basta un ramo d’ulivo per ricordarci dove stanno le radici.
Che belle le piazze piene di gente che si vuole bene! Buona Domenica Delle Palme al mio, al vostro quartiere e a quel grande quartiere che si chiama mondo.
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