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Papa Francesco: umano, troppo umano. Tra esultanze pop e critiche nostalgiche

La notizia del Papa che è stato condotto in carrozzina in Basilica di San Pietro (per visitare i lavori in corso di ristrutturazione di alcune parti dell’ edificio di culto) vestito con un tradizionale poncho latino ha inondato ancora una volta il web di post tra tifoserie di tutti i colori e schieramenti, con tutte le sfumature. Dalla vignetta di don Giovanni Berti che ironizza intelligentemente ai messaggi di Silere non possumus che si indignano mantenendo un certo ‘decoro’ in mezzo ci passano scritte e pensieri di tutti i colori.

Addirittura qualcuno ha pensato a una immagine creata con intelligenza artificiale, data l’assurdità oppure qualcuno crede all’ autoritarismo di Francesco che vuole imporre la sua icona di Papa pop(ulista).

A me piace semplicemente constatare ancora una volta la latinità di un vescovo, un uomo innanzitutto, che proviene dall’ Argentina e che per le sue condizioni di salute attuali può respirare meglio con un caldo e comodo poncho rispetto alla attillata e abbottonata talare bianca. Non è più facile il realismo di tante congetture? O forse forse si vuole sempre continuare a beccare il Papa dal momento che dal primo “buonasera” ha sorpreso/deluso i nostalgici del trionfalismo?

La colpa di Bergoglio è di essere troppo umano. Ma è anche questa allo stesso tempo la bellezza più attrattiva di Francesco.

Viva il Papa che beve il mate.
Viva il Papa che ricorda i balli di tango da studente.
Viva il Papa che celebra la Missa Criolla nella festa della Virgen de Guadalupe.
Viva il Papa venuto “dalla fine del mondo”.

Sac. Domenico Savio Pierro

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