Lourdes: quando l’accoglienza non ha bandiere, neanche quelle arcobaleno
In un mondo ricco di bandiere arcobaleno e di farisaici proclami di inclusione – il più delle volte fini a se stessi – Lourdes da decenni accoglie tutti senza porre domande né condizioni, cercando, anzi, di mettere ciascuno a proprio agio.
In 50 anni di servizio mi sono trovata ad affrontare situazioni difficili dal punto di vista fisico (la manipolazione di ammalati gravi) o anche psichico ( persone fragili e/o emarginate a causa di situazioni particolari). Il tempo a nostra disposizione per entrare in contatto e sintonia con queste persone si riduce a pochi, ma intensi minuti.
L’episodio che vorrei narrarvi oggi risale ad una decina di anni fa: era presente a Lourdes un pellegrinaggio di lingua inglese ed il responsabile si presentò nel nostro ufficio per esporre un problema e cercare la soluzione insieme a noi.
Quel giorno ero in ufficio, perciò mi impegnai ad aiutarlo: questo signore mi disse che al loro pellegrinaggio partecipava un ragazzo che aveva da poco intrapreso la transizione di genere, ma, pur manifestando i primi tratti femminili, fisicamente era ancora uomo.
Desiderava bagnarsi, ma non poteva farlo nelle piscine uomini per via dei primi cambiamenti avvenuti nel suo corpo dopo l’assunzione degli ormoni femminili, d’altro canto non avrebbe neppure potuto bagnarsi in quelle delle donne per ovvi motivi.
A Lourdes nessuno deve sentirsi rifiutato per nessuna ragione: tutti devono trovare accoglienza, amore, partecipazione.
Proposi, perciò, a questo signore di far venire la persona in oggetto prima dell’apertura pomeridiana, in modo da poterla bagnare con il rispetto e la discrezione che meritava.
Chiesi a due volontarie non più giovanissime se fossero disponibili a tale servizio ed esse accettarono con prontezza.
All’ora fissata sentimmo bussare alle porte di bronzo ancora chiuse e la persona che attendevamo entrò in una cabina dove l’attendevamo in tre per il bagno.
Difficilmente ricordo di aver letto tanta pena sul volto di un essere umano!
Non c’è stato bisogno di parlare: in assoluto silenzio le siamo state accanto, cercando di dimostrare la nostra vicinanza e condivisione per un gesto penitenziale dal quale traspariva sofferenza ed angoscia per un futuro ignoto, certamente complesso, da riscoprire giorno per giorno, confidando nella vicinanza della Vergine e, per suo tramite, del Suo Figlio Divino, che non abbandona mai nessuno, ma, con la Sua Croce, partecipa ai dolori dei Suoi figli.
Non ho mai dimenticato le persone che ho incontrato nei miei lunghi anni di servizio né dimentico di pregare per loro.
Maria Cristina Randi
