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Primo centenario della morte della Beata Celestina Donati – il ringraziamento della Madre Generale

Celebrazione in occasione del primo centenario della morte della Beata Madre Celestina Donati

Carissimi fratelli e sorelle ho avuto modo di riflettere tanto in questo periodo di preparazione a questo anno in cui stiamo celebrando il centenario dei nostri Padri Fondatori, e particolarmente, oggi, in cui ricorre il primo centenario della morte della Beata Madre Celestina. Mi sono posta alcune domande che vorrei condividere con tutti voi al termine di questa solenne e bellissima celebrazione di rendimento di Grazie a Dio per il centenario del transito di Madre Celestina: che importanza ha celebrare questo centenario? Quale significato potrebbe avere per noi Suore Calasanziane, per la famiglia calasanziana, per i nostri bambini, per tutti i laici calasanziani il ricordo di cento anni della morte di Madre Celestina? Cosa provoca dentro me e dentro ciascuno di noi? Cosa ci fa pensare?

Siamo tutti qui al termine di questa celebrazione e posso pensare che se siete venuti qui è perché c’è un legame, un filo rosso che ci lega alle nostre Oasi calasanziane. Per questo credo che nessuno di noi esca di qui, da questa celebrazione senza portare con sé un ricordo profondo di chi celebra non la morte ma la vita di Madre Celestina nelle nostre Oasi. 

Siamo nel marzo del 1925 quando Madre Celestina Donati morì a Firenze. In tanti sono venuti a far visita e a tutti lei raccomanda le suore e i bambini, che in quei lunghi giorni di addio non l’hanno lasciata un minuto. Ed è esattamente a loro che va la sua ultima benedizione alle 7 del mattino del 18 marzo quando muore.

Da allora la sua posizione nella “navicella calasanziana”, come soleva chiamare Padre Celestino Zini scolopio, fondatore con Madre Celestina, l’opera appena iniziata, la sua posizione nella navicella non sarà più al timone in poppa, ma in prua, cioè così da essere guida, ispiratrice, nascosta e discreta ma fortemente presente nei cuori e nella comunione spirituale che rende navigabile questa navicella.

Carissimi, queste parole sono e restano un monito per ricordare, qualora non avessimo ancora capito, che la celebrazione di oggi è la celebrazione del centenario della vita di una donna che oggi è sempre presente nella navicella calasanziana. E ho detto “navicella”, perché siamo ancora piccole, anzi non siamo mai state numerose nell’arco di questi 100 anni dopo la sua morte. È “celestiniano”, se così si può dire, che siamo ancora oggi una navicella e direi che ci piace così: perché come navicella siamo una realtà ancora viva, preziosa, fragile.

La navicella delle Figlie Povere di San Giuseppe Calasanzio è stata ed è nella Chiesa una grazia suscitata e alimentata dallo Spirito Santo e per questo siamo qui, mentre continuiamo ancora a celebrare la presenza viva di Madre Celestina in questa navicella. Celebrando il suo centenario di vita, ripeto, non di morte, perché ancora navighiamo sotto la sua guida e la sua ispirazione… Noi non sappiamo fino a quando la nostra navicella continuerà a navigare, questo non ci viene dato sapere … sappiamo solo di essere ancora qui, a navigare nell’oceano aperto della fede e nello spirito dei nostri santi fondatori. Navighiamo nella speranza come peregrine di amore sull’esempio di Madre Celestina e con una attenzione particolare ai segni del tempo…

Vorrei sottolineare, se mi viene concesso, ancora una riflessione sul perché possiamo celebrare il centenario di vita di Madre Celestina. La nostra navicella calasanziana è oggi, per grazia di Dio, multiculturale, a immagine del paradiso, dove sicuramente si trova anche madre Celestina. Il paradiso, cari fratelli e sorelle, è multiculturale ed interculturale proprio come dice San Paolo nella lettera ai Filippesi: la nostra cittadinanza è nei cieli…  Noi Suore calasanziane dal 1985, guidate dallo Spirito Santo, abbiamo iniziato un processo di integrazione con nuove culture. E oggi la navicella calasanziana, come del resto anche la realtà delle nostre Oasi, vuole essere un progetto che mette al Centro l’incontro tra le persone di differenti culture. Le nostre Oasi devono essere sempre di più luoghi dove si condivide pacificamente la vita, costruendo un dialogo interattivo, una vita di scambio, di reciprocità e di solidarietà nell’interesse di ogni bambino che ci viene affidato.

Desideriamo che nelle nostre case famiglie, nelle nostre scuole o nei nostri centri diurni il nostro impegno sia quello di vivere e costruire una nuova società dove ogni uno si senta ammesso e accettato con speranza. In questo nostro mondo odierno, in cui la multiculturalità fa ancora paura a tanti popoli e persone, il carisma donatoci da Madre Celestina nella Chiesa e per la Chiesa, ci spinge ad aprirci all’interculturalità. Anzi, per rispondere all’appello che recentemente nel mese di novembre dello scorso anno, ci ha rivolto papa Francesco nell’udienza con la famiglia calasanziana, l’interculturalità deve essere una nostra scelta di vita per lasciare che lo Spirito Santo ci doni la possibilità di innestare una nuova presenza calasanziana aperta alle nuove povertà…

Carissimi, nella nostra navicella multiculturale Madre Celestina è la “prua”, perché taglia le onde della paura e ci apre la strada della speranza. Lei aiuta la nostra navicella a muoversi, riducendo la resistenza all’indifferenza, verso l’accettazione delle diversità delle culture e aumentando la velocità dell’amore, dell’accoglienza, del dialogo e della comunione. Madre Celestina è la parte della navicella calasanziana che ci direziona in avanti, guardando a Gesù nostro capitano e conducendo la navicella verso la destinazione che Lui vorrà.

Grazie a voi tutti, che siete oggi qui. Perdonatemi se non dico i nomi di nessuno personalmente, perché non vorrei che nessuno di voi si senta escluso o meno importante, perché a ogni uno di voi oggi vorremo, come congregazione calasanziana, che arrivi il nostro grazie a 360 gradi perché siete entrati in qualche modo nella nostra navicella occupando qualsiasi posto. Vorremo ringraziare e lodare Dio per il dono della vita e della santità della Beata Madre Celestina Donati. Ringraziare tutti particolarmente. Che ognuno di voi possa uscire di qui con la consapevolezza che siamo tutti nell’oceano di Dio, siamo in questo anno giubilare pellegrini di speranza, pellegrini dell’amore, pellegrini della pace, pellegrini della solidarietà e della comunione. A voi tutti arrivi il messaggio di Madre Celestina che ci ricorda il modo di accogliere qualsiasi bambino o giovane, cioè senza distinzioni di cultura, di nazionalità, religione, razza e colore. E concludo con una sua frase:

«Ma come è incantevole l’oceano della divinità! Guardate…. Guardate… Guardate… Inebriatevi e cantate gioiose laudi all’Altissimo. E come è tutta d’oro, come è tutta brillante e fiorita la barca del Cuore adorabile di Gesù… Tramanda tutte le fragranze dei cieli».

Grazie a tutti!

Suor Marilia Evangelista Lima – Madre Generale Suore Calasanziane

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