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La Grotta di Massabielle: dove l’acqua incontra la grazia

Non si può parlare di Lourdes senza parlare di acqua. La storia di questo luogo è legata in maniera imprescindibile alla roccia e all’acqua ed entrambe rimandano alla Grotta di Massabielle dove, nel 1858, la Vergine apparve 18 volte a Santa Bernadette.

Nel corso della 9^ apparizione la Signora disse alla ragazzina di andare in fondo alla spelonca e scavare: Bernadette, ubbidiente, lo fece, portando così alla luce una sorgente che tutti avevano ignorato fino a quel momento. Da allora quell’acqua, in un primo momento torbida e fangosa, sgorga limpida e fredda dentro la Grotta, da dove viene convogliata in una grossa cisterna posta sotto il pavimento antistante la Grotta stessa. Da qui viene pompata in altri serbatoi, posti in alto sulla collina, da dove viene distribuita sia alle fontanelle che alle Piscine.

Non si tratta affatto di acqua ” santa” né  ” benedetta”: è solo acqua di sorgente della quale Dio, in questo caso tramite sua Madre, si serve, come si legge più volte nelle Sacre Scritture, per compiere miracoli di guarigione, sia fisica sia spirituale.

A questa semplice gelida acqua va aggiunto un elemento essenziale: la fede del pellegrino che si avvicina a questo luogo di preghiera -oppure prega da casa propria- per ottenere una grazia.

A quest’acqua sono legati anche atteggiamenti che ricordano più la superstizione che la fede vera e propria. Bernadette stessa diceva: ” Ne basta una goccia”; naturalmente supportata dalla preghiera e dalla fede.

Ora vi racconto un’esperienza che, come tante altre, mi ha segnata.

Anni fa sono entrate nella cabina di cui ero responsabile all’interno delle Piscine due signore italiane di mezza età.  Una di loro ha chiesto di bagnare una foto nell’acqua: questo non è concesso per motivi igienici, ma anche per evitare gesti dettati dalla superstizione. Di solito si consiglia a chi lo richiede di farlo alle fontane.

Ma, dopo aver lanciato un’occhiata al voto raffigurato nella foto, ho deciso di essere meno rigida: era un bel giovane sorridente di circa 20 anni e dal volto della donna traspariva una grande sofferenza.

Pensando che fosse il figlio, non me la sono sentita di negare questo gesto alla mamma, cioè condividere il momento del bagno con lui. Le ho perciò proposto di entrare insieme a lei nella parte della piscina dove si sarebbe immersa; versando l’acqua da una brocca, avrei bagnato la foto su di una griglia davanti a lei, che avrebbe potuto accompagnare il gesto con una preghiera. La signora ha accettato con riconoscenza. Mentre lei veniva immersa nella vasca dalle volontarie, io sono rientrata nel locale antistante dove 4 o 5 signore erano in attesa del proprio turno e la sua amica mi ha detto : ” Grazie per aver soddisfatto il suo desiderio. La foto è del figlio scomparso da circa 20 anni a causa della lupara bianca. La mia amica da allora non si dà pace di non avere nemmeno una tomba su cui piangere e portare un fiore!”

Da mamma mi si è accapponata la pelle ed ho capito quanto fosse ingiusto attribuire questo desiderio alla superstizione!

In genere le persone che si avvicinano ai luoghi simbolo di Lourdes, come la Grotta e le Piscine, mettono a nudo i propri sentimenti e si affidano con fede alle mani della Vergine e … alle nostre povere mani che, in quella circostanza , fungono inadeguatamente da tramite. Tutto ciò  non senza lasciare in noi volontarie traccia delle loro pene, anzi, molte volte condividendole con noi.

Per questo e per altri motivi più evidenti, in quanto legati a malattie e/o infermità, il servizio alle Piscine è molto difficile, ma allo stesso tempo meraviglioso e gratificante e basta un sorriso per ripagare il nostro impegno.

Maria Cristina Randi

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