E poi venne il Dantedì….
Sapete che cos’è il Dantedì, vero? È quella festa che quando si avvicina, tutti gli insegnanti d’Italia provano un piacere sensuale oserei dire al limite dell’erotico. Un 25 marzo di qualche anno fa – tanto per dirvene una – mi trovavo a Napoli, passeggiando nell’omonima piazza, quando alla vista della statua di Dante ho perso la ragione, mi sono arrampicato sul piedistallo e “tutto tremante” ho baciato il Sommo sulla bocca.
– Che esagerazione – direte, storcendo il naso – questa è una molestia bella e buona, da denuncia penale!
Ma via, cari signori, come si fa a non amare Dante? A non venerarlo? A non considerarlo una creatura superiore, un uomo di un altro pianeta? Voglio dire: un Ungaretti, un Petrarca, un Ariosto, perfino un Virgilio uno potrebbe pure immaginare di incontrarli sotto la metro, invitandoli – che so – a prendere un caffè al bar… Ma Dante Alighieri no! Andiamo, come può essere esistito davvero uno come lui? Uno che sa tutto, vede tutto, conosce tutto, che ha sempre la parola giusta su ogni argomento, e che sa tirarla fuori al momento opportuno. Uno che parla del particolare più minuto, mettendolo in rima con l’universale, che ha composto dei versi per descrivere la scorreggia di un diavolo e degli altri per parlare del volto di Dio. Uno che scrivendo un libro ha creato una lingua, una civiltà e una nazione!
Dunque, non predente in giro questi poveri insegnanti… capiteli e compatiteli! Quando arriva il Dantedì, a noialtri ci viene una smania, un desiderio di restituire un po’ di quel tanto che Dante ci ha offerto e ci offre tutti i giorni da secoli…
Quest’anno, per esempio, abbiamo deciso di festeggiare il Dantedì con gli amici del Centuplo. L’appuntamento è a Roma, nella comunità di Nomadelfia, che si trova in zona Monte Mario. Con l’occasione metteremo su una sorta di spettacolino teatrale un po’ improvvisato… che sta a metà strada tra la declamazione e la recitazione. Parleranno – solo per dirne alcuni – Dante, Ulisse, Beatrice e Gemma Donati, mentre Casella canterà per noi. A prestare corpo e anima a questi personaggi, saranno alcuni alunni – costretti dai loro insegnanti – gli insegnanti medesimi, il direttore del Centuplo e tanti altri… tutti rigorosamente preda di quella malattia, per curare la quale non ci vuole un dentista… ma un dantista! Lo so, questa è stata davvero terribile… ma il Dantedì si avvicina, la febbre sale e alcuni di noi cominciano a non essere più padroni di quello che dicono e che scrivono.
Vi aspettiamo il 25 alle ore 21, l’indirizzo preciso è via del Casale di San Michele, 46, Roma. L’ingresso è gratuito, proprio come il parcheggio che è molto ampio. Un caro saluto a tutti e buon Dantedì!
Paolo Velonà
