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Un milione di “like” per l’Arbitro di calcio

Ci sono mestieri che nascono per essere amati, altri per essere criticati. E poi c’è l’arbitro, condannato a essere giudice, ma raramente giudicato con equità. La sua presenza è silenziosa, il suo compito ingrato: far rispettare le regole in un mondo che spesso le dimentica. Eppure, a volte, il vento cambia direzione, e il merito viene riconosciuto. A volte, perfino gli arbitri ricevono applausi.

È successo pochi giorni fa, quando ho pubblicato su TikTok un breve video che ritraeva un giovane arbitro in una partita Under 18 tra la squadra di mio figlio, Vis Aurelia, e il Cesano Calcio. Un attimo di tensione, un’esplosione imminente, una protesta che rischiava di tramutarsi in rissa. E poi, il suo intervento: deciso, autorevole, pacato. Con lo sguardo e la parola, ha spento il fuoco prima che divampasse. Non con urla o minacce, ma con una presenza ferma e rassicurante. Per tutta la gara, ha tenuto in pugno il gioco, dominando la scena senza prepotenza, ma con giustizia. Alla fine, è uscito tra gli applausi. Sì, avete letto bene: applausi.

E così, un video è diventato un’onda. Un milione di like tra TikTok e Instagram (di solito quando i miei video superano i mille like stappo una bottiglia!) Un milione di mani virtuali che si uniscono in un applauso corale. Giocatori che si complimentano, colleghi che si riconoscono, dirigenti sportivi che ringraziano. Per una volta, l’arbitro non è il nemico, ma il custode del gioco. Per una volta, il rispetto ha vinto sull’insulto.

Questo episodio mi ha fatto riflettere. Siamo sempre pronti a cercare un colpevole, a levare la voce contro chi sbaglia, a dimenticare chi fa bene. Ma quanto spesso ci fermiamo a dire: “Bravo”? Quanto spesso riconosciamo il valore di chi, nell’ombra, permette agli altri di brillare? L’arbitro è il battito silenzioso del calcio, il filo sottile che tiene insieme il tessuto del gioco. Se scompare, tutto crolla. Eppure, lo celebriamo solo nell’errore, mai nella perfezione.

Forse è tempo di cambiare prospettiva. Di raccontare non solo le meraviglie della natura, le opere d’arte, la grande letteratura, ma anche i piccoli, immensi gesti di chi fa il proprio dovere con onore e discrezione. Di esaltare non solo chi segna, ma anche chi garantisce che la partita possa esistere. Anche gli arbitri, ogni tanto, meritano un applauso. E questa volta ne hanno ricevuti un milione. Meritatissimi.

Forse, la prossima volta che vedremo un arbitro in campo, invece di alzare la voce, potremmo alzare le mani. Per applaudire. Perché anche lui, come noi, sta solo cercando di fare del suo meglio.

Anche queste sono #solocosebelle anzi, persone belle da incontrare e far conoscere raccontandole.

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Ho pubblicato i video anche sul mio canale youtube, eccoli

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