Maria Chiara degli abbracci
Maria Chiara degli abbracci, così è.
Lei nelle foto che sorride e stringe, amica di tutti, l’affetto urgente di chi ha capito le basi: nella vita niente è dovuto, tutto è dono.
Maria Chiara che avrebbe voluto diventare madre, una mamma di quelle epiche: tenerissima ma solida, e divertente, con le sue facce buffe e la voglia di vivere forte la gioia.
Maria Chiara ventitreenne che crede nelle cose del cielo, ma durante il primo viaggio in Terrasanta sente una chiamata nel cuore: Dio vuole di più da lei, le chiede di brillare, e che vorrà dire mai sta cosa.
Allora si spaventa, si allontana dalla fede, dalla chiesa, da tutta la baracca spirituale.
Ma arriva il tumore feroce che le porta via l’utero e le ovaie e il futuro, e arriva la rabbia disperata contro il cielo che l’ha tradita anzi peggio, l’ha punita per aver detto no.
Cade, Maria Chiara, e si perde. Perché la croce fa male e accollarsela a venticinque anni è uno schifo.
Ma lei è quella degli abbracci veri, dell’amore urgente.
E quando conosce la storia di Chiara Corbella ricorda che dare la vita per amore è possibile. Per testimoniare una vita più grande, ecco cos’era la storia di brillare. E allora brilla, torna la luce e torna la fede.
Fa cose impensabili per una malata terminale come lei: il cammino della provvidenza insieme alla sua amica Enrica, 115 chilometri a piedi da La Verna ad Assisi senza cibo né soldi, e la marcia francescana e un nuovo viaggio in Terrasanta, e pochi giorni dopo l’intervento con cui le rimuovono la vescica l’ultima testimonianza pubblica in cui racconta di sentirsi privilegiata, amatissima, perché ha ricevuto la grazia di vivere ogni giorno come un dono unico.
Ha detto sì, ora non è più sola.
Maria Chiara si spegne il 13 marzo del 2015 dopo la celebrazione eucaristica, dopo aver ricevuto la benedizione dalle mani di padre Vito.
Che al suo funerale racconta di quando lei parcheggiava l’auto sotto casa, ingombrando lo spazio di manovra ad altri, e lasciava un biglietto sull’auto, come si usa fare in paese: “citofonare Mangiacavallo”.
Maria Chia’, 10 anni di cielo.
E la tua luce brilla.
Noi citofoniamo forte, appena puoi rispondi.

