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Vivere o morire con dignità: intervista a Imma Vitale, psiconcologa

Suicidio assistito, eutanasia: l’involuzione della società. In Canada, dove nel 2016 è stata approvata la legge sull’eutanasia, si sono già registrati oltre 15.000 decessi. Una morte ogni 20. Questa pratica viene utilizzata soprattutto per i malati terminali di cancro, ma il cerchio si allarga sempre di più, arrivando a valutare la sua applicazione anche per i malati con disturbi psichici, inclusi i giovani. Tutto ciò è semplicemente disumano.

A questa deriva di morte sono necessari interventi che tutelino la vita e favoriscano l’accompagnamento nella malattia. Per garantire e assicurare la dignità della persona fino alla fine, esistono le cure palliative.

Ne parliamo con la dottoressa Imma Vitale, psicologa, psicoterapeuta e psiconcologa.


Dottoressa, in Italia esiste la legge 38/2010, che garantisce il diritto di accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore a ogni cittadino. Ma cosa sono esattamente le cure palliative?

La legge 38/2010 ha introdotto nell’ordinamento italiano disposizioni che garantiscono alla persona malata e al suo nucleo familiare un’adeguata assistenza nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore. Secondo questa legge, le cure palliative sono un diritto del cittadino. L’articolo 1, comma 1, lo afferma chiaramente: “La presente legge tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

Le cure palliative sono una disciplina relativamente recente, ma sempre più riconosciuta come essenziale per la gestione dei sintomi e il miglioramento della qualità della vita nei pazienti in fase terminale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità le definisce come “l’insieme degli interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva e totale dei malati la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici”. Fondamentale è il controllo del dolore e degli altri sintomi, oltre alla gestione dei problemi psicologici, sociali e spirituali del paziente.

Le cure palliative non sono mirate a modificare il decorso della malattia, ma a garantire alla persona malata la migliore qualità di vita possibile fino alla fine.


In cosa consiste la terapia del dolore?

Le cure palliative non sono rivolte solo ai malati oncologici, ma a tutti i malati inguaribili. Esse:

  • affermano la vita e considerano il morire come un evento naturale;
  • non accelerano né ritardano la morte;
  • alleviano il dolore e altri sintomi;
  • integrano l’assistenza psicologica e spirituale;
  • aiutano i pazienti a vivere attivamente fino alla fine;
  • sostengono la famiglia durante la malattia e il lutto.

Le cure palliative possono essere erogate a domicilio, fornendo tutte le terapie necessarie a rispondere ai bisogni di salute del malato, oppure in hospice, una struttura residenziale specializzata per i pazienti in fase avanzata o terminale. Negli hospice, l’assistenza medica, infermieristica, psicologica e spirituale è garantita 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Sono previsti protocolli specifici per il controllo del dolore, la sedazione palliativa, l’alimentazione e l’idratazione, con un forte sostegno sia per il paziente che per la sua famiglia.


La condizione di fragilità del malato e dell’anziano dovrebbe essere sostenuta dai familiari e dalla società. Invece, accade spesso il contrario, generando paura e terrore nel paziente. È così?

Sì, purtroppo è una realtà frequente. Il malato si trova spesso a fronteggiare la solitudine, la paura del dolore e dell’abbandono. Questo accresce il senso di disperazione e può portare a pensieri estremi.


Come si inserisce il lavoro dello psiconcologo in questo contesto?

La psiconcologia offre diversi modelli di intervento per affrontare le problematiche psicologiche delle persone affette da cancro. Il lavoro psiconcologico si confronta con il tempo limitato che resta al paziente e deve essere avviato prima che si instauri un declino fisico e cognitivo significativo.

L’obiettivo dell’intervento psicologico è aiutare la persona ad accettare la realtà e affrontare la paura della morte con dignità e coraggio. Il terapeuta sostiene il paziente nel vivere pienamente la vita che gli rimane, trasformando paure e sofferenze, e aiutandolo ad accettare il futuro con consapevolezza.

Le cure palliative, integrate al supporto psicologico, garantiscono un’assistenza centrata sulla persona, in cui la dignità e la qualità della vita sono prioritarie fino all’ultimo istante.


Grazie, dottoressa!

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