La Quaresima (e il Ramadam): il tempo di togliere le maschere
Oggi inizia la Quaresima. Il vento del Mercoledì delle Ceneri soffia via i coriandoli rimasti a terra, spazza via le maschere del Carnevale e ci invita a guardarci allo specchio senza filtri. Non siamo più chi abbiamo finto di essere per un giorno, ma chi siamo davvero, con le nostre fragilità e la nostra sete di autenticità.
Il rito delle Ceneri è uno dei più forti e significativi della nostra fede. Sentire pronunciare su di noi le parole “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” ci riporta alla realtà: siamo fragili, limitati, non eterni su questa terra. Oppure l’altra formula, “Convertitevi e credete al Vangelo”, ci esorta a un cambiamento concreto, a un ritorno autentico a Dio. La cenere sulla fronte non è solo un segno di penitenza, ma anche di speranza: riconosciamo la nostra piccolezza, ma sappiamo che nelle mani di Dio possiamo essere trasformati.
Oggi più che mai viviamo in un mondo in cui le maschere non si indossano solo a Carnevale. I social, il bisogno di apparire, la paura del giudizio ci spingono a mostrare un’immagine costruita, spesso lontana da ciò che siamo davvero. Ma Dio ci conosce in profondità, vede oltre i nostri travestimenti e ci chiama a essere autentici. “L’uomo guarda l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore” (1 Samuele 16,7). La Quaresima è il tempo favorevole per spogliarci di tutto ciò che ci appesantisce e ci allontana dalla verità. È il tempo per riconoscere le nostre fragilità, le nostre paure, i nostri peccati, senza paura di essere giudicati, perché Dio è Padre e ci accoglie con amore.
San Paolo ci esorta: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6,2). La Quaresima non è solo un tempo di sacrifici, ma un’opportunità per ritrovare l’essenziale, per scegliere il silenzio al posto del rumore, la preghiera al posto della distrazione, la carità al posto dell’egoismo. Quaranta giorni per essere più veri, più semplici, più umani.
Lasciamo cadere le maschere (io per primo). Non voglio insegnare agli altri senza essere il primo a lasciarmi cambiare. Io per primo ho bisogno di conversione, di togliere le maschere che mi separano da Dio e dagli altri. Perché solo chi si riconosce fragile può essere forte nella misericordia di Dio.
Quest’anno, in un singolare segno di unità spirituale, la Quaresima inizia nello stesso giorno del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, dedicato al digiuno, alla preghiera e alla carità. Due percorsi diversi, ma accomunati dalla ricerca della purificazione interiore e della vicinanza a Dio.
Questa coincidenza mi fa pensare a un piccolo esempio di ecumenismo vissuto nella quotidianità: ogni giovedì gioco a calcio contro una squadra di musulmani marocchini. In campo, le differenze svaniscono, e restano il rispetto, l’amicizia e il desiderio di dare il meglio di sé ( e di vincere la partita, ovviamente!!!). Un po’ come dovrebbe avvenire anche nella vita: cristiani e musulmani, pur nella diversità, possono camminare insieme nel rispetto e nella ricerca del bene. Oggi, dunque, auguro di cuore a tutti i fratelli musulmani: Ramadan Kareem!
Buon cammino di Quaresima!

