Preghiamo per il nostro vicino di casa, Papa Francesco
Era verso la fine di marzo del 2005. Io e mia moglie Sara passeggiavamo per le stradine attorno a casa, vicino a Via della Pineta Sacchetti. Con noi due pancioni: il mio solito e il suo, in attesa del nostro primogenito.
Era pomeriggio quando, ad ogni angolo, iniziammo a notare agenti della Polizia Municipale. Incuriositi, chiedemmo: “Che succede?” Ci risposero: “Sta uscendo il Papa, torna a morire a casa sua”.
Giovanni Paolo II compì allora il suo ultimo viaggio dal Gemelli a San Pietro, passando proprio sotto i nostri occhi. Ricordo ancora quella figura bianca, fragile, stagliata nel buio del furgoncino. Un’immagine che ci è rimasta impressa nel cuore.
Quando un Papa arriva al Gemelli – che Wojtyła chiamava il “Vaticano 3” – per noi del quartiere diventa davvero un vicino di casa. Il quartiere si arricchisce di un cittadino illustre, e basta poco per uscire di casa, percorrere un chilometro e trovarci sotto quelle finestre, a pregare per lui.
E così, anche oggi, spontaneamente, i vicini si radunano, con la corona del Rosario tra le mani. Il Papa è sempre vicino a tutti, ma in questi giorni lo sentiamo ancora più nostro. Basta alzare lo sguardo per percepire la sua presenza e affidarlo al Signore.
Caro Francesco, preghiamo per te, come ci hai chiesto.
Che il Signore ti sostenga e ti dia la forza di continuare il tuo cammino.
Che la Madonna, Madre della Chiesa, vegli su di te come una madre premurosa.
E che, nella volontà di Dio, tu possa trovare sempre la pace, la luce e il conforto.
Amen.
(ps ieri ho scritto questa poesia per Papa Francesco)
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