Come Carducci alle Fonti del Clitunno
Tutto è nato così. Dopo aver concluso un ottimo affare con un mio cliente, Tiziano, gli ho chiesto, come faccio spesso per godermi l’attimo, la vita, di suggerirmi un posto dove trascorrere un po’ di tempo. Lui, sorridendo, mi ha fatto la stessa domanda che Plinio il Giovane pose al suo amico Romano: “Hai mai veduto le Fonti del Clitunno? Se non ancora, e credo di no, altrimenti me ne avresti parlato, valle a vedere. Io l’ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi”.
Il suo consiglio mi ha incuriosito e così ho deciso di partire alla scoperta di questo luogo straordinario.
Ieri ho visitato le Fonti del Clitunno, un luogo di rara bellezza che sembra sospeso nel tempo. Situate in Umbria, tra Spoleto e Foligno, queste sorgenti cristalline hanno incantato viaggiatori e poeti per secoli, offrendo uno spettacolo naturale fatto di acque trasparenti, salici piangenti e una fauna variegata che popola questo piccolo angolo di paradiso. Qui il tempo rallenta e il cuore si riempie di meraviglia: uno di quei luoghi belli da visitare e raccontare.
Le Fonti del Clitunno erano sacre già in epoca romana: si credeva che dalle loro acque emergesse il dio Clitunno, venerato con un tempio a lui dedicato. La loro fama si diffuse presto grazie ai racconti di Plinio il Giovane, che nel I secolo d.C. ne descrisse con meraviglia la limpidezza e il potere sacro. L’acqua, secondo lui, aveva persino la capacità di rendere bianchi i buoi che vi si immergevano, tanto pura era la sua essenza.
La fauna delle Fonti è altrettanto affascinante: oltre a carpe, tinche e trote che nuotano placidamente nelle acque limpide, il parco è popolato da eleganti cigni reali (Cygnus olor) e da una varietà di uccelli acquatici, come anatre e gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus), che contribuiscono a creare un’atmosfera fiabesca e serena.
Molti poeti hanno lasciato il loro tributo a questo luogo incantato. Virgilio ne parla nelle “Georgiche”, Properzio li canta con accenti di meraviglia, mentre George Byron, nel XIX secolo, ne celebra l’atmosfera romantica. Ma forse il più celebre tra tutti è Giosuè Carducci, che dedicò alle Fonti del Clitunno una poesia nella sua raccolta “Odi Barbare”. Ecco il testo completo:
Alle Fonti del Clitunno
O Clitunno! E quanta pace è là giù ne la verde
dolce valle! L’acque reiette da l’urne,
in larghi cerchi errano tacite e bianche
come i buoi sacri un giorno ai Numi.
Candide a l’aere le tempie e le ville
sorgon dintorno; i colli lontani fuman
di nebbia azzurra; nel limpido fiume
tremano i poggi e il cielo.
Ove un antico tempio tra l’ombre e i fiori
bianco appar, s’ode un cantico molle:
s’ode tra il murmure tenue de le foglie
un suon di cetra e di flauto.
Salve, o divino Clitunno! Salve o fiume
sacro! Ove giunse peregrina e stanca
l’anima mia, qui posò, qui lusingata
disse: Oasi è questa, o sogno?
A te la Venere umbra tra l’odorose
rose scendea dal cielo; a te da l’arse
rive del Tebro il fido gregge movea
co’ suoi pastori in festa.
A te le nere vittime e i bianchi tori
menò l’Etrusco; e il vincitor de’ Parti
qui fe’ purgare le armi e l’augusta nave
di remi e di vele ornata.
Te, de l’Umbria salve, casta reina!
Salve, o madre de’ fonti e de’ fiumi!
Salve, o Clitunno! E te pure salve,
o verde Umbria, e il cor ti canta.
Ti canta il cor che a le tue pleniluni
notte per notte vigilò, che a i tuoi
soli maturi de le messi il biondo
mar contemplò, che errò tra i tuoi
vigneti e i campi de l’uliva, e gli alti
tuoi poggi amò, le tue città turrite,
e i borghi e i chiostri e le silenti case
ne l’ombre de gli orti e de’ clivi.
Salve, o beata! In duplice corona
cinse i tuoi colli il lauro e la quercia:
diede un seggio a le Muse e un trono a Marte
la tua virtù. Ti saluto.
Carducci, con il suo inconfondibile stile, coglie la maestosità e la quiete di queste acque, rievocando l’antico culto e la sacralità che ancora oggi si respira lungo le rive.
E come lui, come Plinio, come i tanti poeti e sognatori che hanno trovato ispirazione in questo luogo, anche io ho sentito il richiamo della bellezza e della poesia. Mi sono seduto su una delle tante panchine disseminate lungo le sponde – luoghi perfetti per leggere e scrivere, impreziositi dal book crossing che invita alla condivisione della cultura – e ho iniziato a comporre. Le parole sono nate spontanee, sospinte dal vento tra le fronde e dallo scorrere delle acque. Domani pubblicherò la mia poesia (sul mio nuovo spazio facebook Giorgio Gibertini Poeta Scrittore che vi invito a seguire) omaggio a un angolo di mondo che continua a incantare e ispirare.
Le Fonti del Clitunno non sono solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere, un viaggio nella bellezza che attraversa i secoli e tocca l’anima di chi sa ascoltare.
(vedi anche il mio blog personale buongiorgio.com)
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