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Intervista ad Antonello Meola di Core’ a Core’

“Si chiama Antonello. Antonello Meola. Uno delle tante belle persone del “ Parco Verde”, la mia parrocchia. La vita con lui è stata dura. La mamma, Nunzia, morendo, lasciò lui, i fratelli e la sorella che erano poco più che bambini. Antonello non si arrese. Si impegnò. Divenne un ottimo barbiere. Sposato con due figli. Si dedica agli ammalati, porta loro la Santa comunione nelle poche ore libere. Ha fondato l’associazione Core a Core a favore dei senza fissa dimora. Quando posso, vado volentieri con lui a portare la cena ai poveri di Napoli.

Antonello appartiene alla schiera di persone perbene che il Signore mi ha donato per attraversare questa stupenda avventura della vita. Solidarietà, stima, affetto, fiducia totale e incondizionata al caro Antonello Meola.”

Padre Maurizio Patriciello

Ebbene, si.

Il “Parco Verde” è un quartiere di Caivano che, purtroppo, la cronaca associa spesso al crimine ma invece qui vi abitano tante persone perbene. Anzi, sono la gran parte degli abitanti.

Tra questi vi è Antonello Meola fondatore e, presidente dell’associazione “Core’ a Core'” che si occupa dei fratelli meno abbienti, in particolare dei senza fissa dimora, nonché, da anni impegnato sul territorio con svariate attività, avendo sempre accanto il suo parroco Padre Maurizio Patriciello.

Antonello, tu hai sempre collaborato a progetti solidali, il tuo impegno è costante da tempo. Come nasce “Core a Core”?

Sì, ho sempre collaborato a progetti sociali. In passato, ho svolto volontariato presso l’ospedale Pausillipon di Napoli, con una associazione che si occupa di malati oncologici. Questa esperienza mi ha formato molto. E ha fatto nascere in me, la convinzione di aprire gli orizzonti. Spalancare di più le braccia. Ecco perché nasce “A Core’ a Core'”. La quale nasce con il simbolo di due cuori che si tengono per mano proprio perché tutto deve partire dal cuore, con la speranza che possa arrivare all’altro cuore.

Oltre le persone senza tetto seguite anche tante famiglie in difficoltà provvedendo alle diverse necessità ?

Si, oltre ai senza fissa dimora, noi seguiamo altre 60 famiglie del territorio alle quali ogni mese non facciamo mancare mai il necessario e tutto questo senza avere un banco alimentare o contributi pubblici ma autofinanziandoci e affidandoci alla provvidenza. Oltre a ciò siamo presenti nelle strutture protette per minori e nel reparto pediatrico dell’ospedale di Frattamaggiore. 

Considerando Il contesto sociale, strutturale, del nostro territorio, quali sono secondo te le lacune, le barriere da abbattere per favorire una crescita del volontariato?

Secondo me più che abbattere barriere è importante alzare la voce perché il bene va gridato. Per questo motivo pubblichiamo tanto sui social e, non solo, le nostre attività. Lo facciamo sia per dimostrare la trasparenza delle nostre iniziative sia per testimoniare la bellezza del “bene”. In questi anni ci hanno affiancato tantissime persone. Intere famiglie, vengono con noi a Napoli a distribuire pasti e coperte..

E, poi, ci sono i meravigliosi volontari che, sono il cuore di ogni associazione?

Ripeto spesso che, senza i cari volontari non potrei fare niente. Ci sono persone che spendono tanto tempo in attività solidali. Giovani, mamme, papà. In particolare vorrei ricordare Pina una donna, moglie, mamma di 3 bambini che ha iniziato con noi anni fa. È instancabile. La trovi ovunque. È riuscita a coinvolgere anche il marito e i figli che, fanno tutti parte dell’associazione. Pensa che durante il periodo natalizio la loro casa  e, anche quelle degli altri volontari, si apre ai bambini delle strutture protette festeggiando insieme tutte le festività.

Grazie Antonello! Testimone di Speranza!

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