Cassiodoro Senatore, uomo della soglia, ci aiuta a vivere il Giubileo
Mentre tutto il mondo e, in particolare, Roma cominciano a vivere il Giubileo, può essere utile porre l’attenzione su alcuni personaggi storici che possono fungere da ispirazione per vivere al meglio “l’Anno di Grazia del Signore”. Tra queste figure immerse nella nebbia del tempo vi è Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore, poco noto ai contemporanei, che siano cristiani o meno.
Cassiodoro Senatore nacque nella terra Bruttiorum, l’attuale Calabria, attorno al 485 d. C., da una famiglia agiata, forse proveniente dalla Siria, che aveva ottenuto onori e ricchezze presso il governo romano tramite imprese militari rilevanti. Il bisnonno e il nonno di Senatore, infatti, si erano distinti l’uno quando aveva fermato l’invasione vandala in Sicilia, su mandato del generale Ezio; l’altro quando, insieme a Papa Leone Magno, aveva partecipato all’ambasceria diplomatica che aveva sventato l’invasione degli Unni di Attila.
Erano anni di grande incertezza, segnati, nel 476, dalla deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano, da parte di Odoacre. L’instaurarsi del regno goto in Italia aveva consentito il mantenimento delle strutture amministrative, con l’introduzione di usi e costumi ben diversi da quelli a cui era abituata l’élite di governo romana e, di conseguenza, vi erano molte tensioni.
A questo si aggiungeva la confessione ariana dei nuovi dominatori, che li metteva in forte tensione con la Chiesa.
In questa fase delicata furono fondamentali tutti quei romani istruiti che funsero da mediatori tra la nuova classe dirigenziale germanica e il mondo romano.
Sul solco dei suoi illustri avi, Cassiodoro Senatore aveva, dunque, intrapreso il cursus honorum da giovanissimo, distinguendosi per un discorso celebrativo pubblico, un panegirico, rivolto al re Teodorico. Aveva solo quattordici anni, ed era solo al principio di una lunghissima vita e di una carriera che lo avrebbe visto essere il perno della vita del regno goto, oltre che il principale traghettatore del sapere classico, attraverso il medioevo, sino alla contemporaneità.
Scalò rapidamente le cariche civili fino a diventare Magister officiorum, capo della cancelleria ufficiale del regno goto e, nel 514, console ordinario unico. In questa fase fu un politico, uno scrittore e un diplomatico consumato, chiamato in causa da Papa Vigilio nella controversia dei Tre Capitoli e in altre importanti occasioni.
Con Papa Agapito ebbe l’intenzione di realizzare a Roma una grande scuola cristiana, sul modello delle scuole orientali, a partire, con ogni probabilità, dal nucleo della biblioteca personale del pontefice sul Celio. Tuttavia, vide naufragare il progetto culturale a causa della prematura morte del pontefice e dell’inasprirsi delle relazioni tra Goti e Bizantini che sfociarono nel conflitto greco-gotico, tra il 535 e il 553.
Allora, ritiratosi dalla vita pubblica rientrò nella natia Scolacium (il municipio romano vicino all’ attuale Squillace, in Calabria) e nei suoi possedimenti fondò uno dei primi centri monastici della cristianità occidentale: il monasterium Vivariense sive Castellense, più comunemente noto come Vivarium.
Al cuore di questa impresa vi era la convinzione che solo attraverso lo studio, la preservazione e la trasmissione dell’immenso patrimonio del sapere classico sarebbe stato possibile preparare una civiltà cristiana. Se è vero che Dio Padre non dà nulla agli uomini che non sia buono, il sapere classico era la base necessaria per una solida preparazione allo studio delle cose divine. Ecco che centro nevralgico di questa impresa divennero lo scriptorium e la biblioteca del monastero di Vivarium, in cui Cassiodoro Senatore raccolse e fece copiare i testi più importanti dell’epoca.
Egli, inoltre, fornì ai suoi monaci una serie di indicazioni e norme, una sorta di regola da seguire, tanto per coloro che vivevano in comunità nel Vivarium, quanto per quelli che, purificati gli animi, desideravano trascorrere in ascesi la propria vocazione nei possedimenti del Castellum, l’eremitaggio.
Cassiodoro fu autore di una notevole quantità di scritti a carattere religioso. Commentò le lettere di Paolo, le lettere cattoliche, gli atti degli apostoli e l’Apocalisse. Ma i suoi due più rilevanti componimenti in questo ambito sono il De Anima e il Commento ai Salmi.
Nella prima opera, l’autore, deluso dall’inasprirsi del conflitto tra Goti e Bizantini, si volge verso l’uomo interiore, ponendosi interrogativi su alcune delle questioni fondamentali della condizione umana: la posizione, la natura, la nascita e il destino dell’anima. Nelle sue considerazioni, che toccano temi quantomai attuali, come il concepimento e la considerazione del feto come uomo, si scorgono gli influssi di Tertulliano, Agostino e Claudio Mamerto.
Nel commento ai Salmi, il più grande commento completo dopo quello di Agostino giunto sino ai giorni nostri, Cassiodoro mostra i suoi grandi meriti di teologo affidato alla “moderatrix omnium rerum”, La Sapienza divina da cui tutto procede. La sua grande rilevanza in questo campo ha fatto sì che, nonostante non sia mai stato nominato dottore della chiesa o santo, i suoi commenti vengano tuttora adoperati nella liturgia delle ore per far meditare sulle Scritture la Chiesa universale.
I libri conservati a Vivarium, tra cui il codice maggiore della Bibbia nella sua versione della Vulgata di Girolamo, vennero sparsi in numerose biblioteche d’Europa, andando a costituire i nuclei di molte grandi raccolte monastiche.
Ai suoi monaci raccomandava, poi, particolarmente, di praticare l’accoglienza e l’ospitalità verso i pellegrini e i bisognosi, curando parimenti il corpo, l’anima e lo spirito.
Cassiodoro fu dunque un esempio di mediazione politica, di accoglienza e osmosi culturale come pochi nei suoi tempi o dopo di lui.
Ancora oggi, Cassiodoro, attraverso il tempo, invita l’uomo contemporaneo a vivere nel mondo, formandosi adeguatamente per gustare le cose celesti, al fine di costituire una comunità religiosa, magari piccola, ma ben cosciente delle proprie responsabilità e della chiamata ricevuta da Cristo a cambiare la propria vita e quella del mondo attraverso il messaggio di salvezza del Signore.