La “Pasquella”, una tradizione che a Roccafluvione dura da 50 anni
Come in diversi comuni anche a Roccafluvione si è rinnovata la tradizione della Pasquella, un canto di questua itinerante che si svolge nel pomeriggio e sera del 5 gennaio, la vigilia dell’Epifania.
I pastori, un tempo, in cambio di cibo annunciavano alle famiglie la data della Pasqua. La pro loco di Roccafluvione da quasi 50 anni rinnova questa tradizione che i più anziani ricordano con commozione, e si canta accompagnati da organetti, chitarre e cembali, girando il paese, vestiti da contadini, e in compagnia della Befana.
Perché “Pasquella” significa portare un dono a un bambino, un abbraccio a una persona anziana, un saluto a una famiglia. È condividere il pane, contribuire ai progetti (le offerte in denaro sono destinate a progetti culturali), riempire di ricordi allegri le poltrone rimaste vuote, vincere la malinconia, sentirsi “di casa” in ogni casa.
Il nome della tradizione deriva dall’espressione “Pasqua Epifania”, poiché secondo l’usanza, tutte le più importanti festività venivano abitualmente definite “Pasqua”. Inoltre, indica il tipico canto di questua di origine contadina, eseguito per l’occasione da gruppi di “befanotti”, “pasquaroli”, “pasquellanti”, “pasqualotti”, “pasquellari”
Alcune strofe del canto
Buona sera padrona di casa
noi andiamo per la Befana
non sono solo ma in compagnia
buona Pasqua e Epifania
Se ci date un fiasco di vino
sarà contento Gesù Bambino
sarà contenta la panza mia
Buona Pasqua e Epifania.
L’avete ucciso un bel porcello
ed a noi ci basta un osso
con un tantino di costatella
l’anne nuove e la Pasquella
La pro loco ringrazia tutti coloro che hanno accolto i “questuanti”, per la prima volta entrati anche in una casa “virtuale” durante una chiamata su zoom. Ringrazia suonatori e cantori che ogni anno consentono di mantenere viva una tradizione che fa del paese una sola famiglia.
“Buona Pasqua, Epifania!”
Anna Cecilia Poletti