Musica e parole di Giovanni Allevi
“A vent’anni non avevo amici. Tranne uno. Si chiamava don Mauro. L’ho conosciuto un giorno, per caso, ero andato a confessarmi e c’era lui. Abbiamo cominciato a parlare. Lui era laureato in filosofia, io la studiavo, con lui parlare era bellissimo. Da allora ci siamo visti tante altre volte, parlavamo. Era una persona dolcissima. Aveva una fede incrollabile nella trascendenza, nel mondo contemporaneo e nei giovani. Dall’altra parte c’ero io orgogliosamente ateo, non credevo a niente, tantomeno nel mondo e nemmeno nei giovani miei coetanei, che in effetti non capivo proprio. Poi purtroppo un incidente stradale ha portato via il mio unico amico, troppo presto. Dopo un periodo di dolore sordo, ho sentito nel mio cuore qualcosa di davvero, davvero strano. Ho cominciato ad avere fede nella trascendenza, fiducia nei confronti del mondo contemporaneo, soprattutto nei confronti dei giovani. Ho cominciato a sentire la musica come una missione. Era come se lui mi avesse passato il testimone. L’esempio di don Mauro è entrato nel mio cuore. Che bellezza. Avrei voluto ringraziarlo a parole ma non ho potuto. Allora ho scritto un brano, si chiama Ti scrivo. Sono convinto che da lassù don Mauro continui ad ascoltare, e seguire i miei passi.”
Io l’altra sera al concerto di Allevi non ci volevo andare. Avevamo preso i biglietti tempo fa per caso, si erano liberati due posti alla data di Fermo già sold out, mio marito ci ha fatto questo regalo.
Mica sapevo che sarei arrivata a dicembre piena di paturnie.
Sono riuscita a entrare in teatro col broncio, oppressa di preoccupazioni. La signora seduta di fianco a me sapeva di peperoni arrosto, mi ripetevo che era tutto sbagliato. Poi boh.
L’uomo Giovanni ha cominciato a parlare.
Il maestro Allevi ha cominciato a suonare.
Ascoltavo ad occhi chiusi e piangevo.
Aprivo gli occhi e vedevo lui sottile, tutto capelli, piegato sul pianoforte, il pulviscolo nel fascio di luce che gli girava attorno come scintille.
E piangevo un altro po’.
È stato bellissimo.
Poi a me i peperoni arrosto piacciono.
Che belli gli uomini come don Mauro, che passano il testimone.
È così che Dio parla, per sempre.