Stasera Alberto Pellai a Nomadelfia di Roma
Stasera incontreremo Alberto Pellai a Nomadelfia, in Roma (via del Casale di San Michele 46 – 00167 Roma – ampio parcheggio) per un incontro che dal titolo “Genitorialità condivisa” è diventato “Tutto Pellai” perché è grande l’attesa dei fratelli e sorelle di Nomadelfia, e non solo, di tante parrocchie di Roma, che mi hanno chiesto di potergli chiedere di tutto… e così faremo.
Chi non potrà esserci stasera ovviamente metteremo un resoconto qui ma già vi anticipo che Sabato 21 alle 21.10 su Radio Mater sarà ritrasmesso l’intero incontro e quindi davvero stiamo facendo il massimo per dare l’opportunità a tutti di ricevere questo regalo natalizio.
Quando intervistai Alberto a Radio Mater, sul finale gli chiesi: perché permetti a tutti, me in primis come blog il Centuplo, di condividere quello che scrivi. E lui mi rispose dicendo che credeva nel fatto che se qualcuno, qualche genitore, avesse una idea buona, positiva, valida anche per gli altri era giusto condividerla in quella che si chiama “Genitorialità condivisa”. Questa risposta mi ha illuminato. Siamo in tanti a pensarla come te, Alberto, e stasera ne avremo un piccolo assaggio: facciamo rete, come si usa dire.
All’interno di questo incontro, proprio a testimonianza del fatto che a vivere lo spirito cristiano siamo in tante famiglie, da Nomadelfia, a Pellai, ai vari quartieri d’Italia, io e mia moglie nel nostro piccolo presenteremo il libro “Lo sai che Paolino ha due papà?” sul tema dell’affido famigliare.
Detto questo, per introdurci alla serata vi riporto la lettera che lo stesso Pellai ha messo sui social due giorni fa, in occasione del suo 60esimo compleanno.
Auguri Alberto e buona lettura a tutti.
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“Il mio domani è un presente allargato, dove ogni alba è una promessa, ogni tramonto un arrivederci” G. Allevi “I nove doni”, Solferino ed.
Chi segue la mia pagina sa che non parlo quasi mai del mio privato. Ma oggi è diverso. Oggi è la mia ultima giornata da 50enne. Domani divento 60enne. Non so che cosa mi aspetta. So che cosa è accaduto negli ultimi 10 anni. Nella mia mente stamattina è passato tutto: il bello e il brutto. Sono stati anni pieni di bellezza, ma anche di fatica. Sono stati gli anni del Covid. Sono stati gli anni in cui ho visto i miei genitori invecchiare, ammalarsi e morire e ho compreso molto della precarietà del nostro vivere e dell’importanza che dobbiamo dare ad ogni giorno che la vita ci dona. Sono stati gli anni in cui ho messo davvero a fuoco il senso della mia professione e ho usato il tempo per diventare davvero la persona che volevo essere. Sono stati anni anche di grandi tempeste, che solo le persone che mi sono vicine hanno conosciuto e attraversato con me. Anni in cui si sono alternate salite e discese, sconfitte e successi. Tutto quello che mi è accaduto è stato necessario, anche se alcune cose sarebbe stato meglio non attraversarle. Ma tutto conta, tutto serve. La vita accade.
Ora che sono qui ad un passo dai miei 60 anni, saluto il decennio che ho alle spalle, pieno di gratitudine. Grazie prima di tutto a mia moglie Barbara, che è il porto e l’ancora. Se c’è un dono grande che la vita mi ha fatto quel dono è il suo amore incondizionato che mi ha liberato da tutte le catene invisibili che rischiavano di intrappolare il mio percorso. Quelle catene sono sempre lì ed ogni tanto le sento stringersi addosso a me. Ma lei ha la chiave di accesso al mio luogo più profondo e sa vedere ciò che è invisibile al resto del mondo, ridandomi la capacità di sentirmi veramente libero. La mia professione è bellissima perché mi porta in tanti luoghi diversi, mi fa incontrare mondi e persone, ma non spegne mai il mio desiderio di tornare a casa. Avere sempre il desiderio di tornare a casa: questo per me è l’Amore.
Sono grato ai miei quattro figli. Ogni giorno della loro vita ha reso la mia vita piena di senso e di generatività. E’ bello vederli andare (e tornare). E’ bello sapere che stanno cercandosi e trovandosi. E’ bello sentire la forza della vita trasmettersi da me a loro e da loro a me, in un moto che scandisce i nostri passaggi su questa terra, che altro non è che un passaggio di testimone. Il tempo che passa mi chiederà di indietreggiare e stare ad osservare i loro passi avanti. E’ e sarà bello dare spazio e fare spazio al loro futuro. Ringrazio i miei amici e amiche: sono speciali e ogni volta che li vivo e sento al mio fianco è come se percepissi la carezza della vita sul mio cuore. Infine ringrazio tutti voi, che mi leggete e mi seguite. Ricevo così tante dimostrazioni di stima e affetto da trovarmi spesso catapultato in due territori diversi: felicità e paura.
Provo la felicità di sentirmi persona che lascia un segno su questo mondo e che, mentre lo fa, trova una corrispondenza di menti e di cuori che si sintonizzano intorno a speranze, valori e ideali condivisi. Ma provo anche una grande paura: essere “seguiti” ti attribuisce una responsabilità. E avendo quella responsabilità tu dovresti avere piena certezza di te, di chi sei e dove stai andando. Ma io, nel mio andare, a volte incespico e cado. Non sono un condottiero che ha piena certezza di sé e del suo percorso. Voglio che lo sappiate. Voglio che siate consapevoli che quella persona che leggete con stima, che ammirate per il messaggio di cui è portatore, parla a voi per parlare prima di tutto a se stesso. Usate sempre le mie parole come una traccia, ma poi scrivete i vostri copioni.
Non ho altro da dirvi se non la consapevolezza del grande privilegio che la vita mi ha dato nell’arrivare a poter scrivere tutto questo, il giorno prima del mio ingresso nei “sessanta”.
Nel suo libro “I nove doni” (Solferino ed.), Giovanni Allevi, che è una persona che stimo e che conosco e di cui ho avuto modo di constatare la bellezza e la grandezza, fornisce indicazioni chiare sul valore delle nostre vite, dei nostri giorni. Cercatelo il suo libro e assorbitene il senso e la bellezza. E’ un libro che ci aiuta a comprendere che privilegio enorme sia essere qui, consapevoli del nostro passato e ancora desiderosi dell’alba che domani ritorna con il nuovo giorno. Auguro a me e a voi il desiderio dell’alba.
Tutto il resto, lo sa la vita.