editorialisolo cose belle

Nel Vangelo Gesù ci insegna anche a usare i Social

Oggi (ieri nd.r.) Gesù ci insegna a usare i social.

Rispondendo a quelli che non gli volevano benissimo e lo seguivano apposta per pigliarlo in fallo.

Lo ascoltavano eh, come no, ma per il solo godimento di alzare il ditino e fare “ah-ah! Lo vedi che dici fesserie?”.

Un tormento vero, la gente che invece di pensare a fare il bene si ingegna a perdere tempo dietro a chi prova a fare il bene, per farlo inciampare.

E perdendo tempo si fa il gioco di quello di sotto, che gode a rinfocolare le macchinazioni delle nostre testoline piccole.

La fregatura è che poi, di macchinazione in macchinazione, si finisce per mettere in croce la gente sbagliata.

E i nostri vizi, le nostre abitudini sceme restano lì belle tronfie a fare la ola.

Ma comunque.

Cosa fa questo Gesù spudoratamente intelligente, davanti a sti quattro sciagurati capi dei sacerdoti che gli chiedono con quale autorità si permetta di dire e fare quello che dice e fa?

Non risponde.

Anzi, risponde con una domanda.

A trabocchetto.

Chiede conto della loro opinione su Giovanni Battista.

E quelli muti.

Stanno lì a consultarsi. A confrontarsi. Non sanno che dire.

Se avessero ammesso che Giovanni parlava per volere divino, avrebbero ammesso di non aver creduto a un uomo santo.

Se avessero ammesso il contrario, si sarebbero tirati dietro gli insulti della gente che invece a Giovanni voleva bene.

Alla fine sti capoccia, come tutti i potenti di ogni tempo, tengono molto al parere della folla, a non inimicarsela.

Perciò non dicono mai davvero quello che pensano.

Il loro potere sta tutto nello sminuire il bene degli altri.

Davvero dei poveracci.

Sapete cosa rispondono, alla fine?

Dicono boh, “non lo sappiamo”.

I polli.

E Gesù, the best, replica “ottimo! E quindi manco io vi rispondo”.

Come si fa a non adorarlo.

Ergo.

Rispondere a chi domanda non per amore di confronto e crescita reciproca, ma per godere dei nostri fallimenti, anche no.

Serenamente, amici come prima, ma stare a certi giochi anche no.

Perdere tempo non è roba da Dio che è eterno, figuriamoci per noi.

E qui sui social, ma anche nella vita vera, a me questo di oggi pare un insegnamento che vale oro.

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