Sull’incontro tra Papa Francesco ed Emma Bonino
CHI DI VOI? – I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.”. (Lc. 15,1 ss)
Un biografo scriveva di San Francesco Saverio: “Quanto più sapeva che la persona con cui stava era un peccatore, tanto più lo frequentava e mangiava con lui”. Perché questa era stata l’esperienza che aveva fatto e che lo aveva convertito radicalmente. Gesuita della primissima ora, quando a Parigi era una pecora perduta, aveva conosciuto il Buon Pastore nello sguardo e nelle parole di Sant’Ignazio di Loyola. Convertito all’amore geloso e invincibile di Dio dopo parecchio tempo trascorso con Ignazio, divenne l’apostolo dell’Asia spinto da un cuore infiammato dall’amore a Cristo e alla pecora perduta.
Per questo, ai seminaristi e ai suoi confratelli gesuiti, scriveva: “se volete procurare molto frutto, sia a voi come al prossimo, conversate con i peccatori, facendo che si aprano con voi. Questi sono i libri vivi con i quali avete da studiare, così per pregare come per vostra consolazione […] Converserete con tutti con volto allegro, non vergognoso né arcigno, perché, se vi vedranno severo e triste, molti tralasceranno, per timore, di giovarsi di voi: siate per tanto affabile e benigno, e in particolare le ammonizioni siano fatte con amore e garbo”.
Con lo Spirito di Gesù Cristo, pastore nel Pastore, seguendo le orme di S. Ignazio di Loyola e di San Francesco Saverio, gesuita come loro e come i tantissimi che, ardenti di zelo per la pecora perduta, si spinsero sino agli estremi confini della terra in America ed Asia, Papa Francesco è andato a trovare Emma Bonino ammalata. Perché proprio con chi ha parlato e agito in modo lontanissimo dal Vangelo e della Verità, ha sempre detto che occorre avere “pazienza, bisogna guardare alle persone”.
Esattamente come Gesù ha fatto con me e con te, nella Chiesa e negli apostoli che ci hanno raggiunti. Quanta pazienza ha avuto con noi? Quante volte ci è venuto a cercare nei burroni dove siamo precipitati seguendo la nostra superbia e le menzogne del demonio? E quante volte ci ha preso sulle spalle e riportato a casa, feriti e incapaci di camminare? E chi di noi, spinto da questa esperienza, va in cerca della pecora perduta, senza giudicare ed esigere?
Per questo se di fronte a questa immagine non sorge in noi, naturale, gioia e gratitudine, o, peggio, se ci siamo scandalizzati e abbiamo mormorato, forse è il caso di guardare nel nostro cuore, e cominciare a gridare al Signore perché ci venga a cercare e a prendere sulle spalle. Perché capita, come al fratello maggiore del figlio prodigo, che proprio tra le 99 rimaste nell’ovile vi siano pecore perdute e lontane dal cuore di Dio…
E poi, purtroppo, vi sono le pecore che insegnano al Pastore come deve fare la sua missione, quali parole usare, quando e come dirle. Insomma le pecore papa, le pecore dedite a scrivere nuovi vangeli, le pecore che hanno da insegnare qualcosa anche a Dio. E meno male che Dio non è come noi, e, invincibile, viene a cercare anche le pecore più cocciute e intransigenti, con gli altri ovviamente…
Don Antonello Iapicca