Addio Miranda e buon inizio del più lungo giorno di festa
Ricordo perfettamente quello che hai detto a tutti noi il giorno del funerale del tuo amato Roberto: “Ricordateci come nel giorno del nostro Quarantesimo di matrimonio. Felici. Perché sarà sempre e solo un lungo giorno di festa”.
Mi giunge dalla tua altrettanto adorata figlia la notizia della tua morte e quindi, cara Miranda, ti rivolgo a distanza queste tue stesse parole impossibilitato a darti l’ultimo saluto.
A Dio Miranda, guerriera della luce, paladina della vita, zia e nonna di decine e decine di bambini strappati all’aborto e “mamma” di tutti noi volontari romani per la vita.
Quanti insegnamenti mi hai trasmesso durante la tua Presidenza e poi durante la mia ma con te sempre a fianco a supportarmi in tutte le complicatissime pratiche burocratiche che oggi attanagliano chi deve gestire una associazione di volontariato.
Già il fatto che riconoscesti di aver fatto il tuo tempo, come Presidente, cedendo il passo a qualcuno più giovane, potrebbe bastare come lectio magistralis per tanti che ancora non schiodano dalle cariche e dagli incarichi pur superando i settanta e come tuo vero e proprio testamento spirituale. Grazie Miranda. Le grandi persone non sono quelle che fanno grandi cose, mi disse una volta il filosofo don Emilio Gottifredi, ma quelli che lasciano il seguito e tu questo hai fatto con il Centro aiuto alla vita Roma Eur, per anni uno dei pochi baluardi in difesa della vita nascente nella Capitale.
Ricordo il tuo amore per quelle mamme e quei bambini dei quali avevamo i volti appesi nella saletta condominiale che ti sei fatta “prestare” per trasformarla nel Centro di aiuto alla vita. E tanti di quei bambini poi, cresciuti, animavano la Giornata per la vita in Parrocchia lanciando i palloncini colorati dopo averci legato sopra la loro preghiera, la loro intenzione.
Ricordo quando con amorevole fermezza rimproveravi quelle “finte” mamme bisognose che facevano il giro dei Centri di volontariato per farsi donare passeggini e poi rivenderli: come facevi a riconoscerle, non l’ho mai capito.
Ricordo le riunioni che facevano per finirle prima di cena perché dovevi tornare a casa dal tuo Roberto: il primo volontariato si fa in casa, ci dicevi, e così tutti tornavamo alle nostre famiglie.
Ricordo i convegni di formazione a Nomadelfia di Roma, i banchetti nelle Parrocchie, le recite teatrali per raccogliere fondi, le feste di Natale, le testimonianze quando e dove necessario.
Ricordo quanto ci hai guidato nella impresa per ottenere la sepoltura dei bambini non nati al Giardino degli Angeli presso presso il cimitero laurentino.
Ma soprattutto, Miranda, quanto amavi e consideravi e sicura aspettavi LA PROVVIDENZA, affidandole in toto il nostro volontariato e altrettanto con dolore infatti, quando tutto terminò, mi sussurrasti: “Quando abbiamo smesso di fidarci della Provvidenza tutto è finito” condividendo con me quella afflizione, per l’inganno in cui eravamo cascati, che ha avuto sollievo solo mesi dopo davanti a un buon pranzo e al tuo sorriso che si apriva in quel volto all’apparenza serioso.
Miranda della Provvidenza ti chiamavo: ci arrivava una richiesta di una mamma e tu eri serena che l’indomani, o il giorno stesso, la Provvidenza avrebbe bussato alla nostra porta con quello di cui avevamo bisogno senza neanche troppo stimolarla (se non con la preghiera!). E questo è successo spesso e io ne sono testimone.
Grazie Miranda, ti ho voluto bene ma soprattutto so che tu nei hai voluto a me, a Sara, ai nostri figli e, nonostante la immane distanza di Roma ci abbia impedito di continuare a vederci con regolarità, eri sempre contenta degli aggiornamenti telefonici su come andava la mia vita e non solo.
In questa foto che pubblico stai portando i fiori all’altare (era la Giornata per la vita del 2009). Ecco, così ti voglio immaginare oggi mentre, col tuo passo deciso, varchi la soglia del Paradiso portando in mano un vaso di fiori per dare inizio a quel lungo giorno di festa che è iniziato per te e Roberto e tutti i tuoi cari.
Fammi sentire il cin cin del primo brindisi!
Ti voglio bene Miranda