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52 anni e…sentirli tutti!

Oggi compio 52 anni e …me li sento tutti! Sorrido mentre lo scrivo pensando a chi tra voi sta già dicendo: che gli è successo?

Niente di particolare. Mi è solo successo che per il gran giorno del mio compleanno, che ogni anno cerco di festeggiare al massimo, ho deciso di andare fiero dei miei anni e non voglio sentirmi dire, a meno che tu non abbia almeno dieci anni più di me: “sembri un ragazzino, i cinquanta di oggi sono i trenta di una volta, non hai cinquant’anni ma diciotto di esperienza e tutte quelle addizioni lì.”

Mi è successo qualcosa di strano? Di brutto? Niente di quello che capita a ognuno dei miei coetanei, ovvero quell’essere nell’età di mezzo con i genitori anziani da curare (e grazie a Dio ancora sono vivi) perché stanno perdendo un po’ di indipendenza e i figli ancora da seguire nei loro primi abbozzi di diversa indipendenza.

Mi trovo consapevolmente in quell’età in cui al cimitero comincio ad avere troppe soste da fare e, so per certo, che ogni incontro con amici può davvero essere l’ultimo, per un motivo o per l’altro.

Mi trovo fisicamente in quell’età dove ancora gioco a pallone il giovedì sera ma gli acciacchi post partita durano fino al giovedì successivo nonostante mi porti dietro i miei figli (i veri ragazzini) che corrono per quattro e sono bravi a mettermi la palla li davanti, solo da spingere dentro.

Oggi compio 52 anni e me li sento tutti nella loro bellezza, nella loro pienezza, nella loro tenerezza.

Viviamo in un’epoca in cui l’eterna giovinezza è idolatrata. Le pubblicità, i social media e persino alcune figure pubbliche ci spingono a credere che dobbiamo sembrare e sentirci giovani per essere rilevanti. Ma io credo che ogni età abbia il suo fascino e la sua importanza. A 52 anni, non mi sento obbligato a dimostrare meno anni di quelli che ho. Anzi, sono orgoglioso di ogni anno vissuto, di ogni esperienza che mi ha formato e che mi ha portato sin qui con quello che ho, con quello che ho lasciato, con quello che ho potato, con quello che ho coltivato.

Questi sono i miei 52 anni, e me li sento tutti, piacevolmente tutti, uno ad uno.

Tutta questa Grazia è ben rappresentata dalla foto che ho scelto per accompagnare questo mio augurio: noi sei, il mare, un pallone che gioca con noi. Uno squarcio sul Paradiso.

Nel tempo ho imparato a fare spazio. Come diceva Lao Tse: “Per raggiungere la conoscenza aggiungi qualcosa ogni giorno. Per conquistare la saggezza togli qualcosa ogni giorno.” Se inizio un libro che non mi piace lo interrompo, così pure un film o una attività che non mi convince. Ho meno tempo da disperdere e questa è una certezza.

Ho imparato a non prendere la vita troppo sul serio, a volare con leggerezza sopra le cose, a godermi i piccoli momenti e a non preoccuparmi troppo del futuro o delle disgrazie che ancora non sono capitate…. consapevole che, quando abbiamo fatto tutto il possibile, c’è solo la Preghiera che può portarci, se non la soluzione, sicuramente la consolazione. “Ave Maria e avanti” diceva San Luigi Orione.

Resto tormentato e inquieto perché cerco continuamente il bello da raccontare e testimoniare provando a svolgere la mia missione di Cristiano, in questo pellegrinaggio, e mi conforta che uno dei miei Padri, e sicuramente guida spirituale, don Zeno Saltini, viveva questa inquietudine e si sentiva “anima tormentata” a 80 anni anche lui sempre in cerca di accumulare Punti Paradiso (o Purgatorio, come dice il mio Parroco).

Sogni nel cassetto? Sicuramente meno di anni fa perchè tanti sono già realizzati e i restanti ormai sono tutti scremati, selezionati, e messi in fila su una agendina anzitutto per non dimenticarli e poi per realizzarli piano piano, uno alla volta, con la speranza intima di lasciare un ricordo.

Scrivo, ancora, come sempre, ma molto più lentamente sia perché rivedo dieci volte i miei testi e scelgo con più cura le parole, sia perché non mi escono più fresche e fluide come una volta.

Ci sono libri in uscita (stay tuned!) e poi c’è ilcentuplo, il #solocosebelle, questa agape che ho voluto una decina di anni fa e che ogni giorno raccoglie il consenso semplice di chi mi scrive: “grazie per il tuo blog e per le belle notizie che ogni giorno vi pubblichi” e mi trasmette insieme nuova energia per andare avanti su questa strada.

Grazie a voi, che assieme a mia moglie e alla mia famiglia siete l’altro luogo dove sto sempre bene, il mio Paradiso già qui sulla terra, come ci ha insegnato Dante.

Mantengo la fede, la speranza, la carità nonostante le battaglie quotidiane e continuo a cercare il bello per poterlo raccontare e spero di averlo fatto, anche oggi, in questo editoriale del compleanno.

Ora accendo la Harley, ci sentiamo stasera.

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