Facciamo Pace perché c’è una vecchiaia possibile a cui pensare
Facciamo pace.
Col cervello, col cuore, con l’anima.
Con un abbraccio, una stretta di mano, una telefonata.
Col ditino come i bambini, che il diavoletto ci ha fatto litigare.
Quel fetente, che ci fa litigare da millenni e noi ciucci ciucci finiamo sempre per lasciarci fregare.
Ma facciamola davvero sta pace.
Tutti.
I figli, coi genitori. Che prima di compiere gesti immondi esiste la parola. La possibilità di chiedere aiuto, a un amico all’insegnante al parroco dell’oratorio.
E se non si sa come spiegare, se ci si vergogna, va bene anche un messaggio, un direct, un video. Siamo stati tutti giovani, e questo mondo non è accogliente, vi capiremo. In qualche modo faremo.
Facciamo la pace, mogli e mariti. Che prima di urlare parole da far tremare i muri, prima di chiamare l’avvocato, cedere alle lusinghe dell’istruttrice di nuoto, prima di scrivere a Gramellini per svuotare la coscienza. Ci sono anni alle spalle da rivedere, gesti da recuperare, figli partoriti insieme a cui guardare.
C’è una vecchiaia possibile a cui pensare insieme.
A guardare i nipoti crescere.
Solo i sassi non cambiano, e pure loro se gli dai tempo si lasciano lavorare dall’acqua.
La disperazione lasciamola fuori dalla porta, i gesti inconsulti pure.
Facciamo pace, le madri coi loro bimbi.
Donne giovani giovanissime, adulte senza soldi, sposate o no, sole.
Ci sono centri di aiuto alla vita con persone brave, che stanno lì apposta, aspettano solo un cenno di assenso per darvi una mano.
Per carità, per amor del cielo, basta neonati imbustati, agli angoli delle strade, non aggiungete violenza a violenza. Chiedete aiuto, bussate, esiste ancora brava gente che sa ascoltare.
Facciamo pace, cari governanti.
Che la vita è bellissima e noi vorremmo viverla, in grazia del cielo, tutti insieme.
Che delle vostre distruzioni, del Risiko sulla pelle degli altri, ci siamo stancati.
Basta, fate la pace, perché verrà pure per voi il giorno del giudizio e poi so cavoli amari.
Facciamo la pace a partire da casa nostra.
Né più né meno.
Ma tutti.
È l’unico modo per una pace possibile.
E poi, per chi crede, occhi al cielo mani giunte.
Che la Regina della pace ci dia una mano, ma grossa.