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Carletto questa grazia ce la devi fare sul serio!

È così. In tanti stavamo supplicando una grazia per Anna, che a 17 anni da un momento all’altro qualche giorno fa se un minuto prima stava bene, un minuto dopo aveva un’emorragia cerebrale.

E allora si sono messi a sgranare rosari per lei gli amici i conoscenti i familiari, è partita quest’ondata di condivisione a cerchi concentrici arrivata in posti impensabili, nei conventi, nei gruppi di giovani, nelle famiglie che di solito non pregano manco per scherzo.

Si è tirato dentro Carlo. Carletto sta grazia ce la devi fare sul serio, si diceva.

E poi ieri la notizia quella che non vuoi, e speri fino all’ultimo sia un fake.

Anna non c’è più, anzi c’è ma altrove.

C’è altissima, ma non qui.

E allora ve lo devo dire.

Perché sennò qua divento io stessa un fake.

Allora mi sono arrabbiata.

A sentire del dolore dei suoi genitori, di suo fratello, sapendo cosa succede davvero nella carne quando una persona di 17 anni va via all’improvviso.

I suoni, gli odori, le maniche che si bagnano ad asciugare lacrime.

Sì che mi sono arrabbiata. Cavolo.

E allora che si fa, si gioca qui?

O sopra, sopra che fanno? Se la prendono comoda, fanno finta di nulla?

Stavolta davvero ho sentito la rabbia per un’ingiustizia che speravo di evitare, e oggi ho detto basta.

Stop con le telefonate, stop alle orazioni, finita Anna finisce anche la novena, lasciata a metà.

Poi dopo una giornata a provare a non pensare a questa famiglia che sta vivendo il dolore più grande della vita, sono andata a vedere cosa diceva oggi la novena a Carlo. Quella che stavamo facendo in centinaia.

E dice così.

La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi.

La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio.

Sì oggi è una giornata dannatamente triste.

Ma per noi, che sentiamo le lacrime.

Per Anna lo sguardo è rivolto verso la felicità.

Quanto è difficile penetrare questo mistero.

Quanto costa crederci ogni volta daccapo.

Cara Anna, qui si continua a fare preghiere sgangherate. Ti chiedo scusa, oggi ho avuto una paura grossa che tutto finisca così, male.

Ma come dice una canzone bellissima, morire serve anche a rinascere.

Buona rinascita in cielo Anna, aDio.

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