Il dono della pazienza
“Sii un mare calmo, sul quale io possa galleggiare senza temere che le tue onde mi sbalzino di qua e di là. Dammi tutto il tempo che mi serve per imparare, senza farlo sembrare una bomba a orologeria, pronta a scoppiare da un momento all’altro. Concedi anche a te stesso un tempo che dedichi solo a me, perché se lo trasformi in tempo per tutto, per me non resteranno che briciole. E le tue onde mi travolgeranno. E io mi sentirò perso. Considera i miei errori parte del tuo percorso. Anche perché se io non ne facessi, tu non avresti il significato che invece ti rende così prezioso e insostituibile nella mia vita. Di tutti i tuoi doni, la pazienza è quello che mi serve di più, adesso che sono piccolo. E la pazienza che mi doni oggi un giorno anch’io te la restituirò, come il più grande dono d’amore, con cui saprò confortare il tempo del tuo bisogno. La pazienza che riceviamo in dono da bambini è quella che non trasformiamo in insofferenza una volta adulti”. (tratto da “La vita si impara. 50 meditazioni per una vita nuova” De Agostini ed.)
Non sapevo quasi nulla della pazienza, prima della nascita dei miei figli. Loro me l’hanno insegnata. Mi hanno allenato in una dimensione che per me tuttora ha passaggi difficili, momenti di crisi. Ma ho la certezza che ciò che di me resterà in loro, sarà non solo frutto di quanto li ho amati. Ma anche – e forse soprattutto – di quanta pazienza ho saputo mettere nelle nostre reciproche relazioni.
Consiglio di meditare a fondo le parole presenti in questo breve testo. Perché in esse sta nascosta una delle più grandi sfide per la costruzione di relazioni nutrienti. Soprattutto tra genitori e figli. Se volete e potete, condividete con altri genitori.