cultura

Crescere senza Dio, il vuoto interiore, l’incapacità di comprendere ciò che è bene e ciò che è male

“Mi sembra che stiamo crescendo i nostri figli dentro un vuoto che è soprattutto etico e morale. Confrontarsi in modo chiaro, mentre si cresce, con le categorie del bene e del male, con la consapevolezza che coltivare una tensione etica ci spinge a migliorarci non in senso semplicemente performativo, ma in una prospettiva di bellezza e cooperazione con chi ci vive accanto, rappresenta un prerequisito necessario per costruire la propria identità non solo nella dimensione dell’Io, ma anche in quella del Noi. Rimanere totalmente centrati sull’Io è fonte di enorme fragilità narcisistica, che sembra essere oggi il problema principale che affligge non solo i nostri figli, ma anche il mondo adulto. L’adolescenza è sempre stata un tempo di grandi idealità e di enorme impegno. Oggi i nostri figli sono circondati da ideologie anziché da ideali e spesso vengono sollecitati a una gratificazione istantanea che fa andare a mille nel qui e ora, ma fa perdere l’orizzonte di senso, che – per definizione – si trova solo quando ci si decentra da sé e si sposta lo sguardo in avanti, anche grazie a una tensione di cui desiderio ed etica rappresentano i motori principali.

Io che mi occupo di psicologia sento che spesso la mia disciplina non basta. Bisogna fare affondi in altre aree della vita: quella filosofica e quella spirituale prima di tutto. E di queste due dimensioni, il percorso sostenuto dalla formazione religiosa presente nell’infanzia e nell’adolescenza è stato per moltissime generazioni garante. Aver abbandonato una visione spirituale e al tempo stesso religiosa è forse una delle ragioni di quel vuoto da cui sono derivati molti fattori che hanno contribuito a ciò che chiamiamo emergenza educativa. Forse è anche da qui che si deve ripartire. Dall’educazione di chi sta crescendo. Ma anche dal progetto di vita di cui noi adulti siamo ogni giorno responsabili e protagonisti”.

(Tratto da “Allenare alla vita. I dieci principi per ridiventare genitori autorevoli” Mondadori ed., 2024)

Pensiamoci su. Forse crescere senza Dio, generando un vuoto interiore, non occupandoci più di trasmettere ai nostri figli una tensione etica – e morale – che li aiuti a comprendere ciò che è bene e ciò che è male rappresenta uno di quegli errori di cui siamo stati inconsapevolmente autori, noi genitori del terzo millennio. Ne parlo a lungo nel mio libro, in un capitolo intitolato “Crescere senza Dio”. So che questo è un tema divisivo. Ma occorre riflettere – e a lungo – su una cultura che sembra dimenticarsi che l’uomo è un essere finito che va, da sempre, alla ricerca dell’infinito. Questo bisogno di infinito non potrà mai essere soddisfatto dall’ossessiva credenza contemporanea così centrata sull’ “onnipotenza dell’Io”, dimensione che cancella non solo la presenza, ma l’idea stessa di Dio dalle nostre vite.

Buona domenica. Se volete commentate e condividete.

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