Tadej Pogacar e il ritorno di un ciclismo bello e vincente
Tadej Pogačar è un giovane sloveno che sta scrivendo la storia del ciclismo moderno pedalando sulle eccellenti ed italianissime biciclette Colnago e che ha compiuto l’impresa eccezionale di vincere il Tour De France (per la terza volta) dopo aver vinto a giugno il Giro d’Italia, diventando così l’ottavo corridore della storia a vincere nello stesso anno le due più importanti corse ciclistiche a tappe. L’ultima volta era successo 26 anni fa, nel 1998, con Marco Pantani, quando Pogacar veniva la mondo. Dopodichè il ciclismo era morto, sommerso dagli scandali che ne seguirono.
Pogacar va fortissimo, così forte da non sembrare mai stanco, così incredibilmente forte da far nascere inevitabilmente sospetti e accuse di doping, in un mondo quello del ciclismo, ancora tormentato dai demoni e dai fantasmi del passato, soprattutto quello dell’americano Lance Armostrong, che creò un vero e proprio “sistema scientifico” per aggirare i controlli sulle pratiche illegali di quegli anni. Pogacar ha ricevuto accuse eccellenti, anche da ex corridori, ma al momento è uscito pulito ad ogni rigoroso controllo.
Amando la bici e praticandola, considerando anche il ciclismo una metafora di vita, avendo scritto di sport e doping in un libro, anche io mi pongo lecitamente delle domande ma devo ammettere che qualunque domanda io possa farmi al momento non è supportata da alcuna prova e non può che essere demolita dal fatto che il ciclismo moderno è in effetti lo sport più controllato del mondo, proprio a causa di ciò che è successo in passato. Ma sono anche consapevole del fatto che il doping è sempre stato un passo avanti all’anti doping.
Il tema è terribilmente serio e quando a Tadej Pogacar viene chiesto di spiegare il segreto delle sue prestazioni assurde in salita dice che è merito dell’alimentazione. Dice che quando ha cominciato, sei anni fa, la colazione era un ammasso quasi informe di carboidrati: pasta bianca e riso bianco. Adesso invece viene servita una colazione più normale, tipo farina d’avena, frittelle o pane, anche le omelette. Assieme alla nutrizione, ci sono l’aerodinamica, i materiali, soprattutto gli pneumatici che fanno il resto. Ma basta questo per spiegare cosa è successo sulle montagne francesi? Pensando romanticamente all’essenza del sacrificio della bicicletta, mi piace pensare di sì.
Anche perché di questo ragazzo non solo mi piace il fatto che sembra vivere quello che sta facendo con estremo divertimento e competizione ma soprattutto la sua filosofia sul successo e sulle accuse, verso le quali sembra essere incredibilmente sicuro di quello che dice, filosofia che condivido in pieno. Da sempre dico infatti che non si può piacere a tutti e che se mentre stai facendo qualcosa che ami ti fai dei nemici, vuol dire che quello che stai facendo lo stai facendo bene. Djokovic docet.
Lo sloveno è così sbarazino e sfrontato da esserso portato la bici sul podio, come fa un bambino con il suo giocattolo preferito, e da aver riconosciuto che un vincitore del Tour non può mai essere completamente libero da sospetti:
“Ci saranno sempre dubbi, sicuramente, perché il ciclismo è stato molto danneggiato in passato, prima di oggi. In qualsiasi sport, in qualsiasi situazione della vita, se qualcuno vince c’è sempre gelosia, ci sono sempre detrattori. Se non hai detrattori, allora non stai avendo successo. Ci sarà sempre qualcuno che parla male di qualcun altro. Nel ciclismo si è investito molto tempo e denaro per rendere questo sport pulito. Penso che sia uno degli sport più puliti al mondo grazie a ciò che è successo tanti anni fa. Non vale la pena. Credo che prendere qualsiasi cosa che possa mettere a rischio la tua salute o il tuo cuore sia super stupido. Puoi pedalare fino a 35 anni, ma c’è molto da godere nella vita dopo. Sarebbe stupido fare questo e rischiare la propria vita per delle corse insensate.”
Se Tadej sta imbrogliando (ad oggi non ci sono gli strumenti per scoprirlo) non lo scopriremo oggi ma tra 10 anni, un po’ come successo con Armstrong. Se succederà il ciclismo verrà definitivamente seppellito, per il momento godiamoci il fatto che sia tornato ai fasti del passato e che il ragazzo dell’est artefice di tutto questo sembra che si stia divertendo un sacco amando profondamente quello che fa.
Sebastiano Alicata