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Sinner ha perso: la normalità della sconfitta

“Ha perso? Ma ha proprio perso perso? L’amico che incontro in bicicletta sotto casa non se ne capacita. Sinner ha perso, è fuori da Wimbledon.

Mi chiede conforto e non so come darglielo…

Anzi, non voglio darglielo.

Gli rispondo secco, sì, ha perso, e allora? Che male c’è, che c’è di strano?

Nel tennis si perde, i più forti non lo fanno così spesso, e Jannik Sinner è tra questi, ma ogni tanto succede anche a loro. Esiste una normalità della sconfitta che andrebbe maggiormente rispettata, per non aggiungere inutili mostri a quelli di cui già ci circondiamo. L’imbattibilità non esiste, nello sport in generale e nel tennis in particolare. E a suo modo questa mancanza è una dote. È quella che rende lo sport più umano e capace di insegnarci qualcosa. Quanto meno, a stare con i piedi per terra.

Il problema, davvero curioso, è che in questo caso il discorso va rivolto a noi stessi, che siamo fruitori del fenomeno Sinner, non a lui che di restare con i piedi per terra non ha mai smesso. Siamo noi a esaltarci con troppo entusiasmo, noi a considerare Sinner imbattibile, e a restarci male se viene battuto. È un grande amore verso questo ragazzo atleta, o la voglia di sentirsi anche noi, grazie a lui, un po’ imbattibili?”

Adriano Panatta

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