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Sedici medaglie vinte dall’Italia ai Mondiali di Apnea Indoor

Ieri al risveglio il sogno era svanito!
La Serbia, e soprattutto gli atleti con le maglie azzurre, non c’erano più.

Resta il fantastico ricordo del Campionato del Mondo di apnea indoor, svoltosi a Belgrado dal 4 al 10 luglio scorso, che ancora mi accarezza il cuore e mi riempie di gioia.

Già perché anche lo sport dell’immersione in apnea regala a chi lo fa e a chi lo segue emozioni fortissime. Sott’acqua sei solo con te stesso, non avrai mai la possibilità di interagire con altri umani, eppure là sotto è come se ti portassi addosso l’essenza dell’umanità. Sapere che là fuori ci sono persone che respirano, che ti pensano, che ti sostengono è imprescindibile per sfidarsi alla ricerca, al superamento del limite. Un’esperienza mistica al confine col Divino. Un’esperienza di solidarietà “profonda”, gratuita, vera. La bellezza del limite!

L’apnea italiana si è guadagnata, da circa un ventennio, una posizione leader nel mondo per cui da tutti i paesi ci guardano come naturali eredi dei miti dell’apnea che hanno scritto pagine di storia con i loro record nel blu. Maiorca: Enzo, Patrizia e Rossana, Gianluca Genoni, Umberto Pelizzari, ma anche altri, sono i primatisti che hanno affascinato con le loro imprese, anche in diretta RAI, popoli di esploratori, di navigatori, milioni di italiani anche oltre i confini nazionali. Soprattutto nei cinque continenti ci ammirano perché portavalori di quell’italianità, sempre più sfumata in ogni dove, fatta di empatia, amicizia, solidarietà, cuore! Un made in Italy che impregna le maglie azzurre del nostro sport come quelle di tante altre discipline.

Uno sport atipico quello in cui vince chi trattiene il respiro più a lungo facendo delle cose sott’acqua. Atipico anche perché, a differenza di altre discipline, l’adrenalina diventa un freno qui.

Due i Campionati Mondiali che ogni anno si disputano sotto l’egida della CMAS (Confédération Mondiale des Activités Subaquatiques fondata nel 1959 dal mitico Comandante Jucques Yves Cousteau e oggi accreditata al CIO – Comitato Internazionale Olimpico): quello indoor per cui si gareggia in piscina e quello outdoor per cui si compete in mare alla ricerca della profondità.

In piscina gli atleti si sfidano trattenendo il respiro il più a lungo possibile stando fermi immobili, galleggiando in superficie (APNEA STATICA) oppure nuotando sott’acqua più metri possibili a rana, con le due pinne o con la monopinna. Ognuna di queste quattro specialità ha una sua gara un suo podio maschile e femminile. Poi ci sono i velocisti dell’apnea. Gli atleti gareggiano nelle due prove di endurance: 4 x 50 m. e 8 x 50 m. e la velocità pura: i 100 m! Queste sono le sette gare m/f disputate a Belgrado nelle tre categorie junior, senior e master.

Io c’ero come papà e tecnico e non potrò mai dimenticare. Siete stati tutti magnifici: atleti e tecnici. Magnifici per come vi siete proposti e per quello che avete fatto, per aver fatto squadra. Non solo un’immagine ma un valore concreto riconosciuto da tutto il mondo dell’apnea, dello sport. Onore e gloria allo sport sano! Un gruppo col cuore grande capace di gioire e soffrire per tutti; in ogni momento.

Come padre e come tecnico che ha avuto il “privilegio” di stare accanto al figlio proprio là, dove i genitori non ci devono stare! Doppio ruolo non proprio facile da gestire, anzi: complicatissimo! E’ stata la stessa Federazione a chiedermelo! Già perché Francesco aveva già mostrato una grande competitività in occasione dei Campionati Italiani ma aveva bisogno del suo papà per potersi esprimere al meglio. Un progetto di inclusione che a volte nemmeno la scuola è riuscita ad attuare. La Federazione c’è riuscita grazie ai suoi tecnici, grazie al cuore di queste persone che hanno saputo coniugare i valori fondanti dell’umanità con quelli dello sport.
Insomma, Grazie a tutti di cuore per esserci stati e per le medaglie. Grazie anche a te Francesco per quanto ci hai regalato. Io non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che mi hai insegnato in questi mesi di allenamenti e di gare. Per come hai saputo gestire con tutta la semplicità e l’umanità che ti sono proprie questo Mondiale a soli diciassette anni.

Grazie ancora una volta alla nostra Federazione che ci ha messo a disposizione persone tecnicamente competenti ma soprattutto, come dicevo sopra, ancora sane sul piano umano. Una rarità di questi tempi. Un valore aggiunto imprescindibile nello sport, oggi più che mai. Atletica, nuoto, tennis, sci, ginnastica, etc docent, calcio NO! Come dice Federica Pellegrini:” In Italia c’è bisogno di cambiare visione sullo sport: non c’ è solo e sempre calcio, calcio, calcio”.

Grazie Michele Geraci (Direttore Sportivo-capo delegazione) e Monica Barbero (Direttore Tecnico Apnea Indoor) per questa straordinaria esperienza che resterà per sempre nel mio cuore, ma sono sicuro, anche in quello di Francesco.
Grazie a Carlo Allegrini, Presidente di SETTORE Attività Subacquee e Nuoto Pinnato della FIPSAS, per aver reso possibile la realizzazione di questo meraviglioso sogno.

Tredici gli atleti convocati dalla Federazione FIPSAS, quattro Junior: Daniela Amidei, Simone Murru, Valentina Paglione e Francesco Tovaglieri e nove senior: Matteo Airoldi, Gaspare Battaglia, Marta Bignazzi, Livia Bergonzio, Lorenzo Caronno, Giuseppe Fusto, Mauro Generali, Cristina Rodda e Chiara Zaffaroni.

Sedici le medaglie vinte: otto nella categoria Junior e otto in quella senior:
Daniela Amidei (junior) – argento nella speed 100 m / argento nell’endurance 4×50 m;
Livia Bregonzio (senior) – bronzo nella dinamica con pinne / bronzo nella dinamica con monopinna;
Giuseppe Fusto (senior) – bronzo nell’endurance 8×50 m / bronzo nell’endurance 4×50 m;
Mauro Generali (senior) – argento nella dinamica con pinne;
Simone Murru (junior) – oro nell’endurance 8×50 m / oro nella speed 100 m / oro nell’endurance 4×50 m;
Valentina Paglione (junior) – bronzo nella dinamica senza attrezzi / bronzo nella dinamica con pinne;
Chiara Zaffaroni (senior) – oro e WR nell’endurance 8×50 m / bronzo nella speed 100 m / oro e WR nell’endurance 4×50 m.
Francesco Tovaglieri (junior) – oro nella statica con 5’18”05°°;

Quest’ultimo già atteso per le due vittorie ai Campionati Italiani primaverile ed Estivo dove aveva fermato il tempo a 5’14” posizionandosi al primo posto della ranking list mondiale di categoria. E così è stato! Con grande freddezza, o forse meglio dire selfcontrol, Francesco ha affrontato ogni momento della giornata di gara mostrando un ineccepibile controllo del “qui, ora e adesso” entrando nel campo di gara nei tre minuti che precedono l’Official top, lo start per intenderci, concentratissimo. Ha trattenuto il respiro per 5’18”05°° che gli sono valsi la medaglia d’oro, precedendo i due giovani francesi: Florent Vecchio argento con 5’16”57°° e Pierre Bouquet bronzo con 5’13”92°°.

Stefano Tovaglieri

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