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La Santità rinnova e riforma la Chiesa

7 finestre aperte per i partecipanti al Sinodo della Chiesa Cattolica.

Con il passare del tempo non solo non ho rimosso nè dimenticato la passione (l’eros vitale, per usare un’espressione ardita ripresa anche da Benedetto XVI in una sua enciclica) per la teologia cattolica e per le teologie con le loro diverse e ricche prospettive e punti di vista, ma si è rinforzata in me la forte ed entusiastica vitalità della mente e del cuore per la ricerca teologica dopo la Licenza conseguita in Cristologia l’ottobre 2023 presso la Pontificia Università Lateranense.

In pieno clima di Sinodo della Chiesa Cattolica sulla Sinodalità mi permetto di dire anche la mia come membro del Popolo di Dio e ministro in collaborazione e obbedienza al mio Vescovo di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth e al Successore di Pietro, che oggi si chiama ed è Francesco. Se per caso giungesse anche solo di sfuggita questo mio articolo semplice e spontaneo ma anche meditato e pensato ai Vescovi, Preti, Consacrati e Laici che parteciperanno alla prossima Sessione del Sinodo mi piacerebbe che venga offerto loro questo elenco di punti e questioni che provengono dai miei studi che non hanno la qualifica e l’autorità di un teologo o di un Pastore di una Diocesi ma sono il contributo di un prete cattolico, vice parroco di 12 anni di vita sacerdotale e che partono soprattutto dal contatto mio personale con l’esperienza e la realtà che sento e vivo.

Al Sinodo (premettendo di aver letto l’ Instrumentum laboris) perché non osare su queste finestre della vita e del pensiero perché trovino contatto con lo spazio esteso dello Spirito che fa nuove tutte le cose:

  1. L’importanza di ribadire e sottolineare fortemente la bontà della materia, della corporeità e della carne (intesa in senso antropologico non amartiologico, quindi carne come ‘umanità debole’ non carne come ‘umanità che pecca consapevolmente’).
  2. La necessità della liberazione della sessualità dal tabù nella formazione Cristiana (cioè fare educazione sessuale nei luoghi cattolici) e del sesso dalla sua demonizzazione (aprendo anche ai contraccettivi solo in alcuni casi e nella vita matrimoniale non prematrimoniale, come alcuni Vescovi proposero a Paolo VI).
  3. Importanza del superamento tra conservatorismo e progressismo nella Chiesa (cosa che ferisce e fa male se conduce a esasperate bandiere e tifoserie se non a veri e propri partiti) con un rinnovato e fortissimo ma al tempo stesso dolcissimo (solo la forza diventa riformismo tirannide) legame al Concilio Vaticano II come suprema autorità nella Chiesa Cattolica di oggi. Questo condurrebbe a dialogare con tutti senza perdere la centralità assoluta dell’ultimo Concilio Ecumenico.
  4. Necessità, per il bene del Popolo di Dio, di far comprendere meglio le ultime scelte pastorali del Magistero di Francesco circa concetti meravigliosi e pienamente evangelici come misericordia per i peccatori, accoglienza delle famiglie ferite e irregolari (sarebbe utile cambiare quest’ultimo termine con un nome meno offensivo e giudicante) e le persone di orientamento sessuale di genere differente (personalmente non mi piace la sigla LGBTQI+ perché siamo persone non etichette).
  5. Importanza di affrontare l’ecumenismo con Ortodossi e Protestanti con meno paura e con più chiarezza circa i dogmi che per la Chiesa Cattolica sono definitivi, per superare un certo politically correct che si potrebbe creare ma al tempo stesso con infinita carità perché alla Chiesa fa male “la pretesa di assolutezza” (Ortensio da Spinetoli). Al tempo stesso avviare e procedere sulla linea non di un ecumenismo di ritorno all’ovile cattolico romano, latino e occidentale (sarebbe la vittoria di una parte sulle altre) ma di una convergenza all’ unica Chiesa Cattolica, la Chiesa di Cristo (mettendo insieme tutte le ricchezze di ogni Chiesa, Cattolica, Ortodossa e Protestante).
  6. Superamento della fobia femminile (mi si perdoni un termine un po’ forte) nei carismi e ministeri. Se non è possibile (e lo accogliamo con spirito di comunione e obbedienza a San Giovanni Paolo II e a tutti i suoi Successori) accogliere nel Presbiterato le donne, che le si accolga nel Diaconato, oltre che nell’ Accolitato e Lettorato (ministeri laicali) perché “Gesù chiamò anche le donne”, perché “nel mondo Dio ha creato uomini e donne”, perché servire il Vangelo, servire la Chiesa e annunciare Cristo nel mondo lo possono e lo devono fare tutti i figli e le figlie della Chiesa Cattolica.
  7. Per ultimo ma non meno importante l’ instancabile e irrinunciabile principio che la Chiesa si rinnova e si riforma “non con le idee, anche se buone, non con i concetti anche se formidabili” ma con la santità di vita (Benedetto XVI). Come sarebbe bello tornare a uno stile di vita più semplice, puro, nobile, amabile, spirituale e ricco di pietà e con spirito di “fede retta, speranza certa e carità perfetta” (San Francesco). Ci aiuti lo Spirito di Verità e di Amore che procede dal Padre e dal Figlio. Amen

Sac. Domenico Savio Pierro

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