cultura

Ri-generare l’alleanza tra famiglia, scuola e le altre agenzie educative

Da quando noi adulti abbiamo smesso di fare squadra e abbiamo creato un mondo dove le nostre reciproche relazioni sono divisive? Da quando gli adulti controllano spasmodicamente ciò che fanno gli altri adulti, i genitori si coalizzano contro le agenzie educative frequentate dai loro figli, non ritenendole all’altezza del loro accompagnamento educativo? All’ordine del giorno, nei media ci sono spesso notizie in cui i genitori appaiono come gladiatori alla riscossa pronti a far fuori il nemico dei loro figli. Chi è il nemico? Un altro adulto che, svolgendo le proprie funzioni e rivestendo un ruolo educativo, si muove nel territorio di crescita di un figlio generando un limite, richiedendo il rispetto di una regola, sostenendo il bisogno di imparare a tollerare una frustrazione. Vedere un altro adulto che si comporta così con nostro figlio ci fa arrabbiare moltissimo. Percepiamo l’intervento dell’educatore come qualcosa che mortifica e non come qualcosa che aiuta a crescere. Ne cogliamo solo la dimensione repressiva e sanzionatoria, così, in tutta risposta, si attiva fortissima, dentro noi, l’esigenza di scendere nell’arena e combattere per tutelare i diritti di protezione che ci sembrano lesi dall’azione definita «maldestra» di un altro educatore”.
(Da “Allenare alla vita: di A. Pellai, Mondadori ed.)

La fragilità adulta risiede – almeno in parte – nell’incapacità di costruire alleanze con le altre agenzie educative. Come genitori dovremmo abbandonare l’approccio iperprotettivo e aderire all’idea che non tutte le richieste che il mondo esterno fa ai nostri figli siano eccessive o superiori alla loro capacità di saperle affrontare. Spesso i nostri figli sono meno fragili di come noi genitori li pensiamo e li facciamo vivere.

E voi cosa ne pensate? Se volete e potete condividete con altri genitori.

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