Maturità 2024: anche la matematica ha un cuore
Esame maturità 2024. Liceo scientifico, seconda prova.
Problema 2. Inizia così, di colpo con una citazione: <<All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero […] A questo mistero la matematica ci avvicina, pur senza penetrarlo>>. (E. De Giorgi).
Segue formula per lo studio di funzione (che personalmente ci litigavo allora, figurati oggi).
La domanda che si saranno fatti i ragazzi, oltre la solita “come caccio le copiette senza farmi beccare dalla prof???”, è: che cappero vuol dire sta frase piazzata così’, sopra una funzione, che ci manca pure un pezzo tra parentesi?
Tanto per cominciare, tra parentesi c’era giusto una parolina mica da niente: Dio.
La frase intera dice:
«All’inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo»
E De Giorgi, chi era costui?
Ennio De Giorgi era un matematico, leccese, orfano di papà a due anni, che amava talmente la matematica da riuscire, una volta adulto, a risolvere il 19esimo problema di Hilbert (lo stesso risolto poi da John Nash che Russel Crowe ci ha fatto conoscere, spandendo lacrime abbondanti, in “A beautiful mind”).
Dunque De Giorgi era un genio, molto intelligente, molto umano. Talmente genio e umano da declinare l’invito di Oppenheimer (che costruì l’atomica) a collaborare insieme.
E sapete che vuol dire la sua frase, usata monca nella traccia del problema 2?
Che la matematica in qualche misura può avvicinare al mistero dei misteri, al disegno primario di Dio.
Ovvero, l’amore.
E infatti, la soluzione della funzione, su piano cartesiano, è proprio un cuore.
Ma pensa te!
Come sono giocherelloni questi del ministero, che citano una frase di rara bellezza omettendone il protagonista principale!
A loro il merito comunque di aver ricordato ai ragazzi che amare ed essere amati, e pensati, dall’eternità, è il mistero più bello.
L’unico per cui dopotutto vale la pena vivere.