chiesa

Andare a messa da qualche parte

Ieri sera bisognava prendere messa da qualche parte.

A Roma le chiese te le buttano addosso eh, ma al marito piglia la botta fantasiosa, propone: riavviamoci prima verso casa. Tanto i campanili stanno ovunque, ci fermeremo al prossimo che svetta da qualche paese a caso.

Reprimo gli impulsi alla programmazione millimetrica e l’orrore per gli imprevisti, ok.

La scelta meditabonda cade su una frazione allegramente arroccata dove la chiesa si vede da lontano. In cima. Il che sottende una salita con pendenza del 98% da fare rigorosamente a piedi perché i parcheggi liberi stanno tutti a valle, quando mai.

Arriviamo nella chiesetta, buia, grande ma vuota, il portone è diroccato si entra di lato, c’è da aspettare 40 minuti per la funzione, siamo noi e due vecchiette. Un’allegrezza che non ti dico.

Ho ancora negli occhi la popolosità romana di mezz’ora prima, che rivoglio disperatamente indietro subito.

L’ipoglicemia prepotente avvia la reprimenda interiore contro le idee assurdamente fantasiose del marito.

E parte pure la lagna al Creatore.

Buon Dio quanto è sola la tua Chiesa.

E io che pensavo di darti na mano scrivendo libri. Buonanotte.

Qua è tutto in malora, la fede è morta.

Non viene nessuno a trovarti, stanno tutti al bar, là almeno c’è vita, diciamocelo.

Comunque io qua non ci volevo venire, ma ci sarà un prete vero a dire messa o mandano la controfigura?

Recupero un rosario coloratissimo in borsa, metto la capoccia tra le mani, prego. Diamo un senso a sto vuoto pneumatico.

Intanto do un occhio all’ingresso aspettando l’arrivo prevedibile del parroco di paese bicentenario.

E poi chiaramente accade quello che deve.

La chiesa si riempie di bambini, una trentina e passa, il sacerdote ha il piglio alla don Camillo e la mia età, non vedo Peppone ma deve esserci anche lui, la gente si scambia saluti, si conoscono tutti.

Ascoltiamo una messa semplice ma sprintosa, la predica temeraria, vedo una catechista davvero in gamba.

La fede non è morta.

Ma sono rimasti solo gli impavidi.

Quelli che ci credono davvero.

Come all’inizio.

Si può fare.

Dio, se ci stai ci sto.

(E per inciso, devo fidarmi di più del marito)

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