Lo straordinario volo dell’Italia agli Europei di Atletica Leggera
Si spengono i riflettori sugli Europei di Atletica Leggera 2024, con la nota negativa dell’esclusione di Russia e BIolorussia, ma con l’abbaglio di luce e l’assoluto dominio dell’Italia a livello continentale che conquista ben 24 medaglie (11 ori, 9 argenti, 4 bronzi) e chiude in prima posizione la classifica del medagliere:
11 ori: 100m (Jacobs), 110 ostacoli (Simonelli), mezza maratona (Crippa), mezza maratona a squadre, salto in alto (Tamberi), getto del peso (Fabbri), 5.000 donne (Battocletti), 10.000 donne (Battocletti), 20 km marcia donne (Palmisano), martello donne (Fantini), 4×100 m (Melluzzo, Jacobs, Patta, Tortu)
9 argenti: 100 m (Ali), 200 m (Tortu), 400 m (Sibilio), mezza maratona (Riva), lungo (Furlani), 4×400 m (Sito, Aceti, Meli, Scotti), 20 km marcia donne (Trapletti), lungo donne (Iapichino), 4×400 mista (Sito, Polinari, Scotti, Mangione)
4 bronzi : 800 m (Tecuceanu), 1.500 m (Arese), 20 km marcia (Fortunato), 100 donne (Dosso).
E lo straordinario volo dell’Italia dell’Atletica agli Europei 2024 / Roma 7-12 giugno è perfettamente sintetizzato e rappresentato nell’iconica foto del salto in alto e nella medaglia d’oro di Tamberi: 2 metri e 37 centimetri di determinazione e di grinta verso il cielo. Credo siano contenti così anche quei connazionali che purtroppo storcevano il naso per il colore della pelle di parte degli atleti italiani. E allora eccolo qua per loro Gianmarco Tamberi, soprannominato ‘Gimbo’, nato a Civitanova Marche il 1 giugno 1992, italiano doc, 1 m e 91 d’altezza, estro e spregiudicatezza, barba a mezza faccia, personalità e individualità dirompenti, aspetto che più mediterraneo non si può. Uno in cui confluisce la summa dell’italianità che forse alcuni non vedono in altri atleti, colui che con Arianna Errigo sarà il portabandiera dell’Italia alla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Come Paese siamo il fanalino di coda in tante cose, siamo pieni di difetti, problemi, contraddizioni e di luoghi comuni, ma siamo – ve lo assicuro – il Paese più invidiato al mondo ed in questo momento siamo assolutamente i migliori corridori, marciatori, saltatori e lanciatori europei. Siamo la poesia di una disciplina sportiva bellissima, umile e piena di sacrifici, una disciplina non ancora troppo amata, praticata e celebrata, ma di cui parlò e che lodò anche Eugenio Montale, uno dei massimi poeti italiani, quando disse:
“Amo l’atletica perché è poesia. Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta”.