Scegliere di parlare anche di morte e dell’essenza che resta
Impermanenza e morte sono temi ostici per noi occidentali occupati a manipolare, gestire e a decidere dello scorrere del tempo, con la non tanto nascosta presunzione di poterlo anche fermare.
Impermanenza, interdipendenza e cambiamento ci fanno incontrare le nostre profonde paure, che si manifestano ogni volta in cui ci sfugge “il senso” dei nostri giorni.
“Come faccio a capire quale è il mio posto nel mondo? Se sto vivendo appieno la vita?” mi chiedono quando si arriva al nocciolo del percorso evolutivo.
“Se dovessi morire domani cosa resta di importante?” Rispondo con interesse e senza gravità.
Strada facendo e avendo a che fare con diversi tipi di conflitti, insoddisfazioni e sofferenze, sia in ambito personale che professionale, ho compreso che aiutare le persone a vivere la chiusura delle esperienze, diventa prioritario, essendo un nuovo punto di partenza.
Per capire se ce la stiamo raccontando o se siamo davvero immersi nel complicato e meraviglioso processo delle infinite possibilità che la vita ci porta, senza perderci in sciocche distrazioni, non dovremmo chiederci se c’è vita dopo la morte, ma se c’è vita, adesso, prima della morte. Esattamente dove ci troviamo, in queste condizioni e con queste possibilità.
Siamo chiamati a questo, non a posticipare, non ad impaurirci ma, per dirla con le parole di Larry Rosemberg “Dovremmo ricercare la luce che la morte può diffondere sulla vita”.
Questo è un modo per familiarizzare con l’inevitabilità dell’ impermanenza e accogliere la fine di ogni ciclo. Pensiamo a tutte le volte in cui termina un’esperienza, ogni volta in cui ci separiamo da qualcuno o qualcosa, che sia un affetto, un rapporto finito, un’esperienza lavorativa, un cambio di casa, i figli che crescono, i cari che lasciano il corpo, il continuo mutare del nostro corpo e dei nostri pensieri.
Ecco perchè parlare di morte per capire se ci stiamo allontanando dal nostro scopo di vita è il pensiero più realistico e rivoluzionario che si possa fare.
Tranquille, in questo sabato mattina di relax le #riflessioniscomodemaVitali non riguardano la contemplazione della morte, ma, fra tre respiri e un caffè, ti invito a contemplare la pienezza della tua vita riconoscendo cosa di importante c’è e cosa ancora puoi coltivare (e cosa abbandonare), per trovare l’essenza che resta.
A sabato prossimo e nel mentre ti auguro una settimana virtuosa e che tutto sia di beneficio.