Devi avere più paura di un uomo o di un orso?
«Se ti trovassi da sola in un bosco, preferiresti imbatterti in un uomo o in un orso?». In questo momento molti media stanno parlando del video in cui questa domanda viene posta a ragazze e donne, un video che è diventato virale su Tik tok e poi è stata ridiffuso da tutti i social media e da molti/e influencers e attivisti/e. Nel video quasi tutte le intervistate danno preferenza all’orso. La conclusione? In un bosco, gli uomini sono più pericolosi di un orso allo stato brado. Chiedo a chi combatte gli stereotipi di genere se rendere virale questo video serva davvero a combattere la violenza di genere.
La cristallizzazione dei ruoli di genere passa proprio attraverso la propagazione di messaggi come questi, diffusi per confermare che “gli uomini” vanno temuti e ritenuti più pericolosi di un orso, se sei sola in un bosco. Tutti gli uomini appunto, senza distinzione. Portare e diffondere simili messaggi nel mondo dei giovanissimi fa il gioco di chi vive di slogan e banalizzazioni intorno a problemi di rilevanza enorme, sul piano culturale e sociale. Usare video di 30 secondi come questi diffonde solo la cultura della paura e non genera alcuna competenza reale: né nelle ragazze, né nei ragazzi. Anzi, bisognerebbe chiedere proprio a chi combatte gli stereotipi di genere, se non sia la diffusione di video come questi a stratificare in modo ancora più profondo nella società e nelle menti delle persone quegli stessi stereotipi che andrebbero combattuti.
Impara a temere meno un orso di un maschio: è questa la prevenzione di genere che serve oggi alle nostre figlie? E’ questo il messaggio che aiuta i nostri figli maschi ad acquisire le competenze emotive, affettive e sentimentali che permetteranno loro di percepirsi pronti e competenti nel coinvolgersi in una relazione alla pari, costruendo un’intimità sana e mostrando responsabilità, rispetto ed empatia verso la propria partner amorosa?
Che i social media diffondano moltissime stupidaggini, è cosa acquisita. Però io mi chiedo se chi deve promuovere cultura su questi temi può permettersi oggi questo genere di approccio come strumento e manifesto della propria azione di promozione della parità di genere.
Siccome sono un maschio, il copione del “politically correct” vorrebbe anche che io mi astenessi da scrivere ciò che ho scritto in questo post. Invece proprio in quanto uomo e padre penso di poterne parlare con proprietà di contenuto e linguaggio. E’ da questo genere di banalizzazioni che dobbiamo salvarci tutti e tutte. Io credo che usare questo approccio per costruire un nuovo pensiero sui ruoli di genere, diffondendo e stratificando simili messaggi nelle menti inesperte dei nostri figli e figlie, faccia davvero scempio del concetto stesso di cultura e di educazione.
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