Don Zeno Saltini e Padre Maurizio Patriciello sui Santi ed Eroi ad altezza bambino
Ho avuto il piacere di assistere a un recente incontro tra i ragazzi di Nomadelfia e Padre Maurizio Patriciello nella sua Parrocchia al Parco Verde di Caivano intitolata a san Paolo Apostolo.
I ragazzi, presentatisi con tante domande per il sacerdote conosciuto anche come testimone della lotta alla camorra, si sono intrattenuti in Parrocchia per circa una ora e poi tutti assieme, coi giovani di Caivano, abbiamo fatto una foto sull’altare.
Ci sono stati alcuni momenti di particolare importanza che voglio riportare anche per voi amici de ilCentuplo e che ci fanno capire come spesso il Carisma non abita solo alcuni sacerdoti ma è trasversale: puoi trovarlo nel fondatore don Zeno e, a distanza di anni e di luoghi, riscoprirlo anche in Padre Maurizio.
Si stava parlando di eroi, di modelli da seguire, di Santi e quando Padre Maurizio ha detto che in chiesa lui i quadri dei Santi li ha fatti mettere tutti ad altezza bambino, proprio per renderli più vicini al popolo, Paolo di Nomadelfia ha citato una simile affermazione di Don Zeno:
“In quel momento che una brava persona nella Chiesa lo fanno santo, ha finito di essere efficace, tante volte: perché è santo! Bé ma chi lo può imitare? É là sull’altare: la nicchia.” (9 dicembre 1975) alla quale Padre Maurizio ha aggiunto:
“Aveva ragione Bertolt Brecht quando disse “beata la società che non ha bisogno di eroi”. E’ cosi c’è poco da fare. Gli eroi non esistono. Esistono le persone che dicono le cose con semplicità ma le dicono, che di fronte a una ingiustizia non tacciono perché non possono tacere. Forse il fatto degli eroi serve al nostro egoismo per dire: ci sono loro, ci pensano loro quindi noi possiamo lavarcene le mani.”
Per poi proseguire con un altro collegamento:
“Per la giornata della legalità io vedo che c’è una pigrizia. Si parla sempre e solo di Falcone e Borsellino: alle elementari, alle medie, all’Università. Questo è un grandissimo errore perché se il bambino ragiona e dice: scusate, questi signori perché sono stati uccisi? Perché hanno fatto il loro dovere. Allora perché devo fare il mio dovere se la fine è questa? Di Falcone e Borsellino si può parlare in un convegno per addetti ai lavori, agli adulti ma non ai ragazzi. Ai ragazzi devi dire: guarda, essere una persona onesta conviene. Questo qui è stata una persona disonesta e sta in carcere da vent’anni. Tuo padre, che è una persona onesta, vive con voi, siete felici di stare in famiglia. Portiamo loro modelli più alla loro portata non quelle persone che sembrano irraggiungibili.”
E’ stato un bellissimo incontro proseguito con altre domande, tanti sguardi, alcuni silenzi e una bella preghiera e benedizione finale.
Vi lascio in ultimo un altro testo di don Zeno, più completo, sempre su questo argomento. Buona lettura.
“Subiaco, 26 giugno 1970 – Bisogna che noi studiamo un po’ come mai invece questi grandi santi, questi grandi uomini, han fatto cose magnifiche e gli altri non riescono a farle. Questo è il difetto anche dei cattolici, è… qualche santo, poi loro… Dicono tanti: io non voglio essere un santo, e cosa vuoi essere un somaro? Cosa vuoi essere? Un cretino. Siamo nati per essere santi. Cos’è il santo? Chi fa la volontà di Dio, è santo, no? Fa la volontà di Dio per proprie cose. Però non si chiede troppo soprannaturale e c’è chi dice: io ho la fede ma i piedi a terra. Sei un’oca o un tacchino, che voli dall’alto in basso. Perché, dice, i piedi a terra.”
Cosa vuol dire i piedi a terra? Sei un somaro, devi dire che tu sei un uomo e che non è che hai i piedi a terra, sei uno spirito incarnato, cioè sei elevato, sei soprannaturalizzato, e allora vivi e fai le grandi cose.
Dissi ai primi… così ho finito questa meditazione, dissi ai primi piccoli apostoli, (ragazzi ndr) quando erano dodici, non so ho detto a tante persone questa cosa, ho fatto la prima adunanza, erano dodici, dico: non è più l’epoca di un grande santo, è l’epoca per esempio di un san Benedetto fatto in venticinque, venticinque persone fanno un san Benedetto, cioè un santo sociale. Ognuno dà un apporto delle sue caratteristiche, delle sue capacità e del suo spirito.
E allora oggi nel mondo questa ricerca: di trovare, di realizzare una santità sociale, quindi che si mettono insieme degli uomini di spirito, delle donne, che veramente danno una forza miracolosa che è utile all’umanità, la quale sta soffrendo molto perché manca questa forza. Il mondo ha molti ingegneri, molti dottori, molti professori, quel che si vuole, ha carenza, cioè mancanza di santità. Ci vogliono dei santi. Quindi, vivere Dio, questo è il fatto. Sappiamo che Dio è dappertutto, però chi lo vive diventa come Cristo, alter Christus, un altro Cristo, che ha la forza di Cristo in se stesso. E Gesù ha detto: se avrete fede, farete cose più grandi di quelle che ho fatto io perché la fede è questa forza divina che è in noi.“