Le Olimpiadi ci insegnano che possiamo farci la “guerra” senza violenza e senza morte
Oggi si accende la Fiamma Olimpica. Il 26 Luglio cominciano le Olimpiadi di Parigi.
Ma oggi nell’antico sito archeologico di Olympia, in Grecia, viene accesa la Fiamma, simbolo dello spirito Olimpico.
Di fronte alle rovine del Tempio di Era, quello che indico nella foto, una sacerdotessa, con i raggi del sole concentrati tramite una Skaphia, una parabola di specchi ustori, accenderà con una scintilla la torcia. Poi di tedoforo in tedoforo, prima viaggerà per tutta la Grecia, poi giungerà in Francia, dove alla cerimonia d’apertura accenderà il Braciere Olimpico, che rimarrà accesso per tutta la durata dei giochi.
Sono un grande appassionato delle Olimpiadi.
Le seguo fin da piccolo e rappresentano per me, ogni 4 anni, un appuntamento imperdibile.
Lo sport ai massimi livelli è uno degli spettacoli più belli. Quest’estate sono andato perfino in Grecia, nell’antica Olympia, per vedere dove tutto è nato. E la Fiaccola Olimpica è una tradizione bellissima che unisce il passato con il presente. La Fiamma, che gli antichi greci facevano ardere in maniera perpetua davanti ai loro templi, era qualcosa di sacro, di ancestrale. E ancora oggi oltre, ai valori positivi che l’uomo da sempre associa al fuoco, la luce che scaccia le tenebre, è simbolo di Pace e Amicizia.
Si può fare la Guerra senza violenza e senza morte? Si può competere senza ricorrere alla forza bruta?
Nell’antica Grecia quando si svolgevano le Olimpiadi c’era la Tregua Olimpica. Per cinque giorni il Mondo Antico si fermava. Niente guerre, niente condanne a morte, niente processi. Le gare sostituivano i conflitti e la lealtà sportiva sostituiva le meschinità degli uomini.
In questi tempi di guerre e nefandezze ci sarebbe bisogno non solo di una Tregua Olimpica, ma di uno Spirito Olimpico perpetuo, che unisca il nostro piccolo e complicato mondo in un sentimento di fratellanza universale. Basterebbe una scintilla per far ardere nei nostri cuori il fuoco della pace.