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Il talento e l’ironia della morte

Bisogna avere il talento e il gusto di scherzare in modo giusto con la morte. E lei avrà rispetto di noi. Da anni ad esempio, sono appassionato alla collezione di oggetti della Santa Muerte. E per questo mi sento vicino alla defunta signora Taffs.

Sharon Taffs viveva nell’Essex, madre di quattro figli, qualche tempo fa si è ammalata di un cancro al seno che sapeva non l’avrebbe risparmiata.

Invece di esserne sconvolta, ha mantenuto un humour inglese, proprio il caso di dirlo.

Alla sua morte aveva già pianificato tutto, lasciando precise disposizioni nate dopo una serata delle sue ultime passate in gradevole compagnia di amici e figli.

Tra le risa e l’allegria, uno dei suoi amici, Kenny Rossington ha detto: “io al tuo funerale mi presento vestito da tristo mietitore, mi metterò accanto a te e indicherò qualcuno a caso per dire che sarà il prossimo”. La signora Taffs è scoppiata a ridere e quella che era solo una boutade per rallegrare una serata difficile, è diventata realtà.

Qualche giorno fa, durante il suo funerale, Kenny si è presentato vestito da Morte con la falce ed è stato immobile guardando e ogni tanto indicando qualcuno. Ma non è stata l’unica cosa che Sharon ha voluto. Ha chiesto a tutte le persone che amava di vestirsi di bianco e non a lutto. Risultato? Chi non sapeva di queste iniziative un po’ ha riso a crepapelle scordandosi di essere a un evento triste, o tristo, vista la presenza della Morte in persona, pochi si sono indignati ma poi hanno dovuto comprendere che Sharon amava davvero tanto la vita da lasciarne un pezzetto anche alla Morte.

Ironia su ironia, la signora porta un cognome molto simile a chi, della morte ne ha fatto un allegro dissacrare, l’impresa funebre Taffo. Chissà se sia solo una coincidenza o un gioco della vita, o meglio, della Morte.

Una cosa è certa, cara Sharon. E lo dico adesso di fronte a testimoni. Forse non ho vissuto sempre con la stessa ironia che hai avuto tu. ma di sicuro ci voglio morire. Il più tardi possibile. Ma questa scena in stile “Amici miei” mi sa che te la copio. Inizio a spargere la voce.

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