Piromani o pompieri?
Pitigrilli: « Si nasce incendiari si finisce pompieri». Mentre s’ invecchia, dunque, oltre agli anni, si spengono anche gli entusiasmi e gli ideali? Per tanti, inutile negarlo, è cosi. La vita ci mette con le spalle al muro. Guardata con certi occhiali, la nostra è una battaglia perduta in partenza, e tutti gli accorgimenti per ingannare se stessi e gli altri, lasciano il tempo che trovano e tanta amarezza. E la Chiesa che ti fa? Anziché accodarsi al carro dei venditori di fumo pur di rimanere a galla, ti ricorda, con spietata schiettezza, che “polvere sei e in polvere tornerai”.
Ma è proprio vero che il percorso della vita ti porta cinicamente a diventar pompiere? Non penso. Se provassimo, per esempio, a ribaltare le cose, senza avere paura di andare controcorrente? Se questo mondo folle s’illude di risolvere i problemi dilaniando città e creature indifese, tu, cristiano, t’ impegnerai a perseguire la pace. Sempre, non solo quando l’altro ha il volto buono e te lo chiede. Papa Francesco, ancora ieri, come già tante altre volte, ci ha chiesto di pregare per “la martoriata Ucraina, la Palestina e Israele che soffrono tanto, a causa della guerra”. Facciamolo. Bombardiamo il cielo con le nostre suppliche. Scomodiamo i nostri santi protettori. L’odio, l’invidia, la gelosia rodono il cuore dell’umanità?
Ti lancio una sfida: prova a considerare i successi altrui come se fossero tuoi; poi mi dirai. Il cristiano è un uomo sempre in bilico. Sospeso tra cielo e terra. Alle prese con un Dio che non vede ma di cui non può assolutamente fare a meno. Sedotto e tormentato. Il seguace di Gesù è un inguaribile giocatore d’azzardo.
Non riesce a starsene a casa con le mani in mano. Lo trovi accanto ai poveri perché siano meno poveri, agli infelici perché siano meno infelici. Guarda le cose con occhio disincantato, le apprezza, le studia, le usa ma non chiede loro risposte che non potranno dare. Sa che tutte le ricchezze del mondo messe insieme non potranno mai saziare il suo cuore, immenso come Dio. E, allora, smette di affaticarsi per accumularle inutilmente. E impara a riposare, a leggere, a pregare. Sa che i due istinti primordiali, quello della sopravvivenza personale – mangiare e bere – e quello della sopravvivenza della specie – spinta ad accoppiarsi – vissuti male, sono all’origine di tutti i guai. Si ribellano a chi vuole dilatarli a dismisura, trasformandosi nel loro esatto contrario.
Per loro natura, infatti, hanno durata breve; occorre accoglierli come una sorta di trampolino per il gran salto nella vita. Mezzi – benedetti, potentissimi – non fini. Al cristiano viene spontaneo sedersi a tavola e dire “grazie”; dialogare con l’amico e dire “grazie”, accarezzare la sua donna e dire ancora e sempre “grazie”.
Soffre il cristiano per le ingiustizie e gli affanni altrui? Certo, e tanto. Una sofferenza impastata di misteriosa gioia – che strano connubio – che non lo deprimono ma lo spingono a correre in aiuto del fratello bisognoso e solo. Ed eccolo là, mentre spezza il suo pane con chi ha fame. Ma è solo una piccola cosa, gridano gli ingenui. Non serve a niente, gli fanno eco gli accidiosi. È vero, sono gesti piccoli ma indispensabili.
Se troverò il coraggio di fare pace con il mio vicino, avrò messo nel ventre della terra un cuneo che ne spaccherà la roccia. Iniziamo. Quando? Adesso. Così, semplicemente.
Sbagliarsi su Dio vuol dire sbagliarsi su tutto. Lo abbiamo visto, ancora una volta, in questi giorni. In Sicilia, un uomo, ossessionato dal diavolo, ha ammazzato la moglie e due dei suoi tre meravigliosi figli. Un orrore senza fine. Se solo qualcuno gli avesse detto che Dio è amore…
Quaresima vuol dire speranza, futuro, gioia di ricominciare; vittoria sul tedio, sulla noia, sul non senso. Quaresima è profondo desiderio di pulito, di vita. Caro fratello Pitigrilli, il cammino del credente in Cristo avviene al contrario della tua pur geniale intuizione. Il cristiano vero, mentre il tempo scorre, diventa sempre più piromane non pompiere. Un piromane pericoloso perché libero, da se stesso, dai condizionamenti esterni, dal giudizio altrui, dalla sete di vendetta e di accumuli stupidi e dannosi. Prigioniero, si, ma del suo Signore, che lo ama più di quanto egli ami possa mai pensare di amare se stesso.
Un caro sacerdote campano, il poeta Giuseppe Centore, incantato davanti al tabernacolo, cantava: « Per questo t’amo, altri mi additavano mete, tu mi hai rifatto la strada sotto i passi». Mi hai messo in piedi. E iniziato il conto alla rovescia verso la pienezza della Pasqua, occorre fare presto, tempo per i pigri non ce n’è. Abbiamo da portare il fuoco per infiammare questo mondo coperto dai ghiacciai. Nessuno si tragga inidetro. Nessuno pensi di essere esonerato dal combattere la buona battaglia. Coraggio, restiamo uniti, rimaniamo umili.
“Se ognuno fa qualcosa, qualcosa di bello succederà” diceva il beato Pino Puglisi. Io ci credo. Buona Quaresima.
Maurizio Patriciello.