Ho visto “La Divina commedia opera musical” e qui ve ne parlo
Al Teatro Brancaccio ieri sera, proprio quasi a cavallo tra il Carnevale e l’inizio della Quaresima, è andata in scena la prima romana de “La Divina Commedia Opera Musical” e, come direttore de ilcentuplo ma in particolar modo come appassionato della Opera stessa, ero presente in sala per godermi lo spettacolo dopo averne lungamente parlato qui sul blog dove, ricordo a tutti, abbiamo una intera sezione dedicata a Dante.
Andate a vedere il Musical, se potete, nelle prossime tappe romane e italiane (qui le date) ma andateci preparati è il primo consiglio che mi sento di darvi per non perdervi nessun passaggio. Lo sappiamo tutti che la Divina Commedia è una opera gigantesca, in continuo divenire e che a ognuno di noi può parlare ancora oggi in modo differente (io, per un mio prossimo lavoro, la sto interrogando da due anni!) quindi andate “ripassati” e, sul sito ufficiale della Divina Commedia Opera Musical trovate tante ben preparate schede per farlo.
Prima di intraprendere questo stupendo viaggio, arrivate attrezzati per non rischiare di compiere, come Ulisse, un “folle volo”, bello ma incompleto.
Detto questo complimenti per tutto e a tutti: attori, regista, costumisti, scenografi, maghi delle luci e degli effetti 3D che accompagnano in modo coerente a completante quello che si svolge in scena dandone compiutezza.
Non sono un tecnico ma solo un appassionato di letteratura perciò mi soffermerò su un altro aspetto, più letterario che altro.
Io sarei rimasto in poltrona un’altra ora. Che cosa voglio dire. Avrei osato, caro bravo regista Andrea Ortis, ancora di più approfondendo maggiormente il Purgatorio e lungamente il Paradiso.
Perché dico questo? Perché é lì che vi vuole condurre, uno per uno, il nostro Dante in quello che voi giustamente chiamate “il più appassionante viaggio di sempre”. Dante scrive la Divina Commedia per noi, per farci capire come possiamo già vivere un po’ di Paradiso qua in terra ma sempre mossi e orientati al Paradiso eterno, alla gioia, alla felicità.
I concetti cardini dell’Opera sono ben chiari nel Musical quindi mi complimento per questo: l’Amore sbagliato e l’amore che salva, i peccati che ci condannano non all’Inferno ma a vivere l’inferno, il libero arbitrio quindi noi che scegliamo di andare o no alla ricerca della verità, la necessità di una guida che ci continui a stimolare e condurre sul nostro percorso verso la salvezza, la poesia che deve aiutare nella ricerca della verità e non solo del “dolce stil novo” (la scena in cui i quattro poeti assieme cantano la lode alla Poesia me la voglio rivedere all’infinito).
Bellissimo e davvero complimenti per il tempo dedicato al Purgatorio, la cantica della Misericordia. Notevole la scelta delle due donne, di Pia De’ Tolomei ma di quella più difficile, perché meno conosciuta, Matelda e soprattutto della loro ambientazione. Come viene fuori bene il concetto del pregare per i nostri defunti in quella che la Chiesa chiama Comunione dei Santi. Complimenti per le luci, la freschezza, la bellezza di quei luoghi che sono attraenti e attrattivi e quindi stimolano a voler vivere bene per godere, un giorno di tutto questo.
In questo crescendo dantesco mi è dispiaciuto che il Paradiso sia stato condensato “solo”, e lo sottolineo tra virgolette, alla Preghiera della Vergine e al Canto finale “L’Amor che move il sole e l’altre stelle” che pur splendide però rappresentano solo un frammento dell’insieme della Cantica.
Mi è dispiaciuto perché ben conosco questa cantica e so quanto è difficile “divulgarla” al popolo, renderla “semplice e facile” alla gente ma sono convinto, da ieri sera ancora di più, che le vostre capacità teatrali sarebbero riuscite ad avvicinarla ad un pubblico maggiore.
Seppur nobile ed elevate mi è sembrata una frettolosa chiusura.
So che è più facile, più attraente parlare dell’Inferno anche perché é la Cantica più vicina a noi. Apprezzo e mi complimento per l’intensità con la quale avete presentato il Purgatorio, e il desiderio che avete fatto crescere di approfondirlo, ma per la prossima volta vi chiedo, per me, per tutti, di aggiungere un altro tempo dedicato al Paradiso, luogo di destinazione di tutti noi.
Non so se questo sarà mai possibile ma intanto grazie e complimenti a tutti per questa impresa monumentale degna dell’Opera che avete messo in scena.