“Senza la domenica del Signore non possiamo vivere”: ecco che cosa serve per essere Martiri Cristiani
Vacci a capire che gli passa per la testa.
Dove li pigli li pigli, in qualsiasi contesto da qualsiasi parte del mondo in qualsiasi tempo da 2000 anni fa a oggi, i martiri so’ gente strana.
Questi del 300 dopo Cristo che ricordiamo oggi non fanno mica eccezione. 49 persone tra uomini donne bambini e bambine, si radunano col sacerdote Saturnino per fare Messa.
Ma statti a casa, dicono gli amici, c’è Diocleziano che ha imposto il divieto della fede cristiana, non si può celebrare, se ti beccano sei spacciato. Senti a me fatti i fatti tuoi.
E invece questi cristiani antichi di un posto nella vecchia Tunisia che una volta si chiamava Abitene non ci sentono, de coccio.
Prima a casa di Felice poi a casa di Emerito, radunano di nascosto gente, accorrono pure altri cristiani già fuggiti dalle persecuzioni di Cartagine e quindi ancora più de coccio. Tutti a far Messa. Così proprio, sconsiderati come pochi.
E infatti li beccano, eh che ti credi che le persecuzioni sono chiacchiere? Manco per niente.
Li trascinano in tribunale, tutti, grandi e piccoli, ma quelli non rinnegano nulla, non si giustificano. Allora li mandano al processo peggiore, a Cartagine dal proconsole Anulino, e lì davvero non si scherza più.
Anulino interroga, quelli rispondono.
“Senza la domenica del Signore non possiamo vivere”.
Proprio non gliela fanno, sono onesti. Senza Dio non possono stare.
Questa è gente che non s’accontenta di dire due fesserie per far stare buoni tutti.
Non è gente che gioca al ribasso.
A noi ci sta bene viaggiare al minimo e tutti tranquilli.
Noi che la tagliatella al ragù della domenica ci ha salvato, il posto in curva sud ci ha salvato, il centro commerciale ci ha salvato, la musica ci ha salvato.
No. A questi qui, li ha salvati Dio. Niente di meno. La domenica e la Messa. Ne sono talmente convinti da rimetterci la testa, guarda un po’.
E come loro, ai giorni nostri, i cristiani in Pakistan, in Sri Lanka, Nigeria, Congo, Siria eccetera eccetera eccetera.
Pensa te come stiamo messi noi rispetto a loro.
A questi, a Saturnino e compagni, li ha salvati Dio. Da qui all’eternità.
E noi, davvero ci facciamo bastare Amadeus e la Venier?