Jannik Sinner: “Auguro a tutti dei genitori come i miei”
Assistere ad un match di tennis come quello andato in onda oggi – e di cui tutti stiamo parlando a distanza di ore – è un ‘esperienza sempre più rara, in ambito sportivo. Il pubblico è educato e ha un enorme rispetto dello sforza atletico e del bisogno di concentrazione degli atleti. C’è tensione ma c’è anche molta compostezza. La gara è bellissima e avvincente. Per arrivare fino a lì, Jannik Sinner ha certamente lavorato duro e ha creduto molto in se stesso. Oggi, nel discorso fatto durante la premiazione, ha ringraziato i suoi genitori che gli hanno lasciato la libertà di diventare chi davvero desiderava essere.
Forse non tutti sanno che la sua passione per lo sport lo ha prima visto gareggiare con gli sci. Fino a 13 anni Sinner è stato uno sciatore di successo, diventando campione nazionale di categoria e vincendo il trofeo Topolino, come Alberto Tomba. Poi a 13 anni ha deciso di lasciare lo sci (e pure il calcio) e di dedicarsi al tennis. Sapere queste cose, fa comprendere il significato di ciò che Sinner ha detto dei suoi genitori. “Auguro a tutti di avere dei genitori come i miei, mi hanno sempre permesso di scegliere, non mi hanno mai messo sotto pressione anche quando praticavo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere quella libertà che ho avuto io”.
In effetti noi genitori mettiamo spesso le nostre aspettative nella vita dei figli. Cosa avrei fatto io, con un figlio campione nazionale di una disciplina sportiva se a 13 anni avesse deciso di abbandonare tutto per dedicarsi ad un altro sport, ricominciando da zero? Le parole di Sinner sono un monito per tutti noi genitori. E spero che il suo esempio sia di ispirazione per tutti i nostri figli e figlie. Per diventare chi si vuole essere, bisogna avere il coraggio di confrontarsi con sfide impegnative che spesso chiedono di andare in salita e impongono un costante lavoro su di sé. Sinner in campo mostra un enorme forza, resistenza, tenuta mentale.
Chi ha letto “Open” di Agassi sa che per arrivare a quei livelli ci può essere anche un’altra strada: quella che ti vede a fianco di un genitore che ogni giorno ti impone di diventare quello che lui vuole che tu sia. Le vittorie di Agassi, come lui ha raccontato, sono state scritte dentro il dolore e il disagio di una relazione faticosissima con un padre che ha deciso tutto della vita del figlio…
La vittoria di Sinner di oggi ci mostra che lo stesso risultato, un figlio lo può conquistare da solo se ha un genitore che sa dargli fiducia e che crede in lui. Senza imporgli nulla. Ma lasciandogli – in adolescenza – la responsabilità di scegliere ogni giorno chi vuole diventare. Non tutti i nostri figli saranno campioni. Ma tutti i nostri figli possono davvero trovare il loro posto nel mondo, se non gli chiediamo di occupare quel posto che noi abbiamo già in mente per loro. Per i nostri figli, la parabola vincente di Sinner è due volte esemplare.
Perché mostra un giovane uomo che conquista traguardi importanti avendo camminato tutto il percorso, senza scorciatoie. Con impegno e sacrificio.