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La rosa bianca di Benedetta Bianchi Porro

Benedetta Bianchi Porro muore esattamente 60 anni fa il 23 gennaio del ’64. Ha 27 anni, da oltre un anno è paralizzata, non ha più la sensibilità se non sulla mano (unica porta per comunicare con lei), non vede più, è sorda, non ha gusto e olfatto.

Una lista di disgrazie lunga come l’elenco telefonico, ma Benedetta sorride.

Il giorno prima la madre la trova in camera che sussurra da sola, “ma quando sarà l’incontro?”. Benedetta quella notte non dorme, vuole che si preghi e si ringrazi con lei. Per il resto sta come al solito, ma all’infermiera continua a dire che il giorno dopo morirà. Al mattino si fa salutare per bene dalla sorellina che va a scuola, la madre vedendo la piccola uscire nota qualcosa di bianco a terra, un quaderno di sicuro, pensa. Va a vedere. Una rosa bianca sbocciata a gennaio.

Due mesi prima Benedetta aveva fatto un sogno di cui aveva parlato, una tomba vuota e luminosa con al centro una rosa bianca.

La madre sale nella camera della figlia, fuori tanti uccellini cantano festanti, uno si poggia sul davanzale. La mamma lo dice a Benedetta nel linguaggio dei segni. Benedetta che ormai non parla più da un anno se non flebilmente, canta con voce limpida una vecchia canzone, “rondinella pellegrina”. È particolarmente felice e luminosa, sorride.

Improvvisamente un rivolo di sangue dalla bocca, il tempo di chiamare l’altra sorella di Benedetta e il medico. Benedetta ringrazia tutti, e spira.

Di lei potrei raccontarvi la tenacia indomita nonostante la poliomielite prima che la azzoppa e la neutofibromatosi poi che le toglie tutto, il desiderio immenso di diventare medico che si interrompe all’ultimo esame, le umiliazioni subite da chi vedendola sorda e sciangata la prende in giro, la crede una scema. E invece lei aveva un’intelligenza superiore agli altri, una sensibilità incredibile, e una voglia di vivere inarrestabile.

Ma dice il suo sì quando capisce che quella era la sua vocazione. Non il medico, non la famiglia, non la sapienza. Soffrire, dare tutto in croce. Che mistero.

Ho preferito raccontarvi la sua morte perché così muoiono i santi, questa è la prova del nove, Benedetta è Beata e in cielo.

Beata #BenedettaBianchiPorro, prega forte per noi.

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