Gesù, come il bravo medico che ho conosciuto, fa anche “gesti” che curano
In corsia c’era un medico, di mezza età, piuttosto serio ma non serioso, che quando passava in visita la mattina faceva due cose fuori dall’ordinario.
La prima, si sedeva sul letto del paziente, e ci parlava. Poi lo visitava.
La seconda, prima di andar via dava una carezza sulla guancia, o sulla spalla, o sul braccio.
Queste due cose non le faceva con tutti ma solo con alcuni, principalmente anziani, o persone in condizioni molto critiche e dunque molto spaventate.
Non so con che criterio scegliesse di comportarsi così ma a volte lo faceva, e ogni volta era emozionante. In lui c’era un’umanità profonda ma non sbandierata che emergeva in quei momenti di altissimo splendore, e in chi riceveva quel gesto di cura avveniva una specie di cedimento se si trattava di un adulto sulle sue, o di affidamento pieno se si trattava di un malato spaventato, o anche di commozione.
Una volta un’anziana prese tra le sue la mano del medico che lui aveva usato per accarezzarle la guancia e gli disse grazie con le lacrime agli occhi. Sono cose che se le vedi accadere non te le scordi più, e quindi sono molto grata di averle viste.
Perciò, quel Gesù nel vangelo di oggi che prende la mano della suocera di Simone aiutandola ad alzarsi, e subito dopo lei guarisce e la febbre scompare, mi ricorda tanto l’importanza del gesto di cura prima ancora della cura stessa. È il gesto con cui accompagniamo la risoluzione di una malattia a determinare la sua scomparsa o meno, è l’umanità che ci mettiamo a far parte della guarigione.
Il tono della voce, lo sguardo, la postura, tutto di noi parla di amore se è l’amore che ci abita. Non si può ingannare l’amore.
Questo non serve solo per i medici, ma pure per noi che abbiamo a che fare con mariti mogli figli e nipoti, gente incrociata per caso o no.
Tutti abbiamo bisogno di cura e guarigione, tutti possiamo essere buoni medici.
E poi, questa è top, Gesù dopo essersi ritrovato la fila di gente fuori casa che lo cerca si allontana, va nel deserto a pregare di mattina presto.
Uno che proprio la fama anche no grazie.
Totalmente superiore alle logiche del mondo, un Dio che prima di essere adorato ha bisogno di pregare, per amarci meglio.