Certe donne…
Certe donne la mattina stanno altri 5 minuti nel letto cercando coraggio, senza la minima idea di come arriveranno a fine giornata, ma si alzano lo stesso confidando di arrivarci comunque.
Hanno zaini da controllare merende da preparare calzini da appaiare, figli da passare in rassegna per consegnarli al nuovo giorno perlomeno con le canottiere ficcate nelle mutande, e mariti da salutare veloce, ci vediamo dopo se Dio ce la manda bene, che di questi tempi non sai mai che t’aspetta fuori la porta di casa.
Mettono l’acqua alle piante e al cane, il latte in frigo sennò fa l’acido, le tazze in lavastoviglie. A volte hanno genitori anziani da sfamare figli disabili da cambiare o qualcuno da consolare. Si precipitano a stomaco vuoto a salvare pezzi di mondo uno dopo l’altro partendo da casa propria.
E non sono manco le 8.
Si ficcano nei collant a compressione graduata nei tailleur nei jeans nel traffico, cominciano a preoccuparsi e guidare e organizzare pranzi e cene e uscite e riunioni aziendali e di classe. La fronte gli si aggrotta come una saracinesca a metà.
Ma a volte cantano pure, appena sono sole, che si vergognano se qualcuno le sente, e pensano alla battuta scema dell’amica al complimento del marito alla faccia buffa del bimbo, e sorridono.
A volte le donne le vedi sorridere da sole, mentre camminano o leggono sul cellulare o guardano in alto aspettando fuori scuola, e allora pensi che se una donna sorride al mondo il mondo non è poi così malaccio.
Insomma sta storia per annunciare a tutte le donne incredibili che conosco di aver trovato la caffettiera a misura dei nostri risvegli mattutini.
Perché ci toccherà sollevare il mondo certi giorni, ma abbiamo bisogno pure di qualcosa che sollevi noi. Bello forte, doppio, in tazza grande.
E se chiediamo a Dio di darci una mano, è pure meglio.