Anna, l’eroina biblica per eccellenza
Anna è la moglie di Elkana. Che ha come moglie pure Peninna.
Anna non solo deve spartire il marito con un’altra donna in un’epoca e in una cultura dove ciò era ritenuto utile e accettabile, ma deve ingollarsi pure il dolore dell’assenza di figli, che invece l’altra donna partorisce tranquillamente. Non paga, Peninna infierisce e prende in giro Anna per la sua sterilità, e intanto il marito Elkana non capisce un tubo.
Ma come, dice quello ad Anna, perché piangi e non mangi, non sono forse io più importante di dieci figli ai tuoi occhi?
Evidentemente non è questo il problema, ma vaglielo a spiegare.
Anna a questo punto poteva fare due cose.
Dare di matto, pigliare a mazzate Peninna, mandare a quel paese il marito incapace di cogliere la profondità del dolore femminile, e diventare l’antieroina per eccellenza. Quella che nei film ha subìto ingiustizie grosse dal cielo e dalla terra e perciò comincia a sfasciare tutto attorno a sé, dando filo da torcere ai supereroi che la bollerebbero come nemico numero uno da dissolvere nella stratosfera prima di subito. Punto.
Anna invece non è nemico di nessuno, è solo una persona che soffre, terribilmente, su tutti i fronti.
Ma siccome è una vera eroina, l’eroina biblica per eccellenza, lei non s’incacchia. Assorbe, fa da contrappeso alla realtà infima, e sceglie di affidare a qualcuno quel dolore. Perché da soli umanamente non ci se la fa.
Anna va al tempio.
Prega forte, e rovescia verso Dio tutti i pesi non per incolparlo, ma per chiedergli forza e aiuto per cambiare la realtà attraverso di lei.
Anna è l’eroina in cui si compie l’incredibile storia di salvezza, perché da lei verrà generato Samuele, il suo cuore esulterà nel Signore, la sua fronte non si aggrotta più di paturnie ma si innalza, e i nemici si tapperanno la bocca.
A tutte le eroine, e a tutti gli eroi che fanno squadra con loro in questo cammino tosto dell’esistenza, che la forza sia con voi!
Che poi, per ripartire dopo le vacanze di Natale, ce ne vuole parecchia assai.