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Meglio fare famiglia o ritirarsi in India a meditare sulle domande esistenziali?

Certo che far venire al mondo il figlio di Dio in una famiglia poteva rivelarsi un grande casino.

La famiglia umana oggettivamente è un macello, anche quando a formarla sono persone sante.

Per gli altri, gli imperfetti come noi, fare famiglia è rassicurante come un piano d’evacuazione al centro di via San Gregorio Armeno il 24 dicembre.

È buttarsi di testa nell’entropia, tra spazi personali svaporati e compromessi prima impensabili di colpo diventati accettabilissimi.

Un uomo e una donna che scommettono sulla loro volontà di stare insieme per sempre, resistendo alle tempeste ormonali alle malattie ai figli che non arrivano o che arrivano svaccando baricentri, sono oggettivamente due folli.

La famiglia è il gesto scellerato di chi s’accorge di non bastare a se stesso, e invece di andare in India a cercare un modo per quietarsi le domande esistenziali decide di cercare le risposte insieme a qualcun altro, donandogli quello che ha di più prezioso. Tutta la vita.

In effetti però, quando un gruppo di gente slegata da vincoli di parentela funziona volendosi bene, è luogo comune dire “essere come una famiglia”.

Chissà poi perché.

Forse la famiglia è davvero un’impresa ad alto rischio.

Ma è anche il posto dove si cresce, dove si fanno esperienze impagabili.

Come annusare la testa di un bambino, e riconoscere in quell’odore tuo figlio.

Abbracciare una persona con cui hai spartito gioie indicibili e indicibili dolori, e sentirti a casa.

Lavare un corpo che non è tuo senza ribrezzo, anzi con dedizione incomprensibile.

Provare il dolore della perdita sventrante che nient’altro al mondo potrà colmare.

Imparare a sorridere per qualcosa che non conoscevi tua, come la parola mamma.

Pensare ma chi me l’ha fatto fare, e trovare sempre nuovi motivi per non scappare.

Guardare il cielo, e pregare di continuare a vivere insieme anche lì dopo.

Certo che Dio non avrebbe potuto far nascere suo figlio altrove.

Nonostante la partenza in salita e gli strappi dolenti, Gesù non sarebbe stato vero uomo senza la famiglia di Nazareth.

Grazie buon Dio, che progetti tutto nella prospettiva dell’infinito.

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